Un’ambulanza arrivata dopo quasi un’ora dalla prima chiamata sabato a San Giorgio a Cremano, in provincia di Napoli. Un’altra domenica pomeriggio a Napoli è stata dirottata da un commando di ragazzi per soccorrere un sedicenne con la rotula lussata, quinto episodio di aggressione ai medici nei primi cinque giorni dell’anno in città. Sono le cronache dal fronte della Sanità campana.

A raccontare l’ultimo caso è stata l’associazione «Nessuno tocchi Ippocrate»: la postazione del 118 aveva portato un uomo all’ospedale Loreto Mare quando un gruppo di sei o sette ragazzi ha assalito l’equipaggio costringendolo a seguirli nella vicina zona delle Case Nuove e, per essere sicuri, in tre sono montati sull’ambulanza. Il mezzo è arrivato in un garage dove è stato circondato da una folla minacciosa di amici e parenti del ragazzo: il sequestro del personale sanitario per una semplice distorsione al ginocchio. Il gruppo ha preteso il trasporto al Loreto Mare, dove è stata riscontrata la lussazione alla rotula, un codice verde.

Il personale del 118 si è fatto refertare e ha sporto denuncia, il risultato del dirottamento è stato sottrarre l’ambulanza al servizio così la centralissima zona della Ferrovia è rimasta scoperta dalle 18 fino al cambio turno delle 20. I carabinieri stanno lavorando per identificare il gruppo, partendo dalle generalità del sedicenne.

«Sono stati commessi due reati: sequestro di persona e interruzione di pubblico servizio – il commento di Giuseppe Galano, direttore del 118 -. Il ragazzo ha raccontato che, mentre stava salendo in motorino, gli ha ceduto un ginocchio. Avrebbero fatto prima a portarlo in ospedale. Il problema è la tracotanza, serve la perseguibilità di questi soggetti». A giugno 2018, ad esempio, c’è stato un episodio simile: un’ambulanza sequestrata al Loreto Mare per soccorrere due feriti lievi, episodio rimasto senza colpevoli. Galano sottolinea: «Ci sono personaggi che si muovono in modo delinquenziale, altri lo fanno perché forse hanno ricevuto un servizio inadeguato. C’è bisogno del presidio di polizia negli ospedali di grande afflusso». Infine spiega: «Manca il filtro territoriale per le piccole patologie. Le persone sono indotte a rivolgersi al 118 o ad andare in ospedale. La guardia medica dovrebbe essere gestita dal 118, come prevede la legge e come avviene nelle altre regioni. Serve migliore organizzazione non allarmismi che provocano una pericolosa emulazione».

Il direttore generale dell’Asl Napoli 1, Ciro Verdoliva, ieri è tornato a chiedere un’accelerazione al parlamento, dove è atteso il passaggio finale della legge contro la violenza sui medici: «Che fossimo in guerra lo si era capito dal primo giorno dell’anno. Installeremo un sistema di videosorveglianza nei pronto soccorso degli ospedali che sarà collegato, appena possibile, alle forze dell’ordine. Il 15 gennaio ci sarà la prima ambulanza dotata di telecamere, tutti i mezzi di emergenza le avranno». E la ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese: «L’attenzione del Viminale è massima». Ma la federazione di medici e odontoiatri Fnomceo chiede i vigilantes sulle ambulanze.

Il giorno prima, a San Giorgio a Cremano, il 118 era stato chiamato per una ragazza di 19 anni in arresto cardiaco. La famiglia ha raccontato che il soccorso sarebbe arrivato con grande ritardo, oltre i tempi previsti per legge (8 minuti in area urbana, 20 per le aree extraurbane). A denunciare l’accaduto il presidente nazionale del Sistema 118, Mario Balzanelli: «C’è una carenza di mezzi sul territorio, l’ambulanza era partita dall’area di Nola. Il decreto ministeriale 70 del 2015 prevede la presenza di un’ambulanza ogni 60mila abitanti, con equipaggio medico e infermieristico, parametro largamente disatteso». La consigliera regionale 5S Valeria Ciarambino ieri ha attaccato: «Il governatore De Luca celebra l’uscita della Sanità dal commissariamento ma non ha garantito presidi salvavita in tutti i territori né un coordinamento del 118. L’ambulanza è dovuta arrivare da Marigliano, l’unica disponibile in tutta l’Asl. Nella vicina Torre del Greco ci sono tre ambulanze private non medicalizzate che costano un patrimonio. In casi come questo, non essendoci il medico a bordo, sono inutili».