Il contesto euro-mediterraneo è oggi segnato dalla criminalizzazione della solidarietà e da crescenti episodi di razzismo. In nome della lotta congiunta al terrorismo e alle migrazioni “irregolari” si moltiplicano interventi arbitrari delle forze di polizia e di frontiera, come l’irruzione armata di agenti della dogana francese nei locali della stazione ferroviaria di Bardonecchia.

L’istituzionalizzazione della criminalizzazione della solidarietà non si limita allo spazio dell’Unione Europea. L’esternalizzazione delle frontiere europee e la repressione del diritto di fuga sono nei fatti già operative, con la cooptazione dei paesi africani nella politica di controllo delle migrazioni e i respingimenti dalla Grecia alla Turchia – considerata “un paese sicuro” – e, ancor peggio, dalla Turchia verso la Siria, con sistematiche violazioni dei diritti che contribuiscono alla costruzione dello stato autoritario turco, con la complicità dell’UE.

Criminalizzando la solidarietà si reprimono accoglienza e soccorso prestati al di fuori dei circuiti ufficiali della gestione delle migrazioni, cioè le alleanze trasversali – tra migranti e non – scaturite da tali pratiche. Il sequestro del vascello umanitario di Proactiva Open Arms ha portato alla luce le contraddizioni della politica emergenziale in difesa della “Fortezza Europa”: neanche l’adesione al “codice di condotta” adottato da Minniti nel 2017 ha consentito di sottrarsi alla repressione delle autorità giudiziarie italiane. Anzi, è stata utilizzata dalla Procura di Catania per motivarne la criminalizzazione.

L’esperienza di Proactiva Open Arms dimostra che la disobbedienza è una scelta obbligata a disposizione di movimenti e forze che si mobilitano a sostegno dei migranti. Costruire percorsi solidali significa rifiutare il vocabolario della “gestione” delle “crisi” dei flussi migratori e aprire spazi comuni di lotta e di permanenza, in risposta alla politica europea di criminalizzazione della solidarietà e sospensione dei diritti negli spazi di emergenza umanitaria. Come ha sottolineato Ada Colau, le amministrazioni locali possono farsi promotrici di reti di solidarietà e di opposizione alla militarizzazione delle frontiere e alla politica di paura e odio che incombe sulla sfera pubblica europea. Città e metropoli sono spazi in cui già oggi si osserva una moltitudine di esperienze e mobilitazioni a difesa dei diritti umani, della democrazia e del bene comune. Il loro ruolo può diventare ancor più decisivo: un più incisivo e consapevole sforzo di valorizzazione del loro potenziale politico può generare nuovi spazi costituenti di democrazia post-nazionale, mettendo in discussione l’indirizzo sovranista oggi dominante nell’Unione Europea. È a partire da città e metropoli, ma anche da luoghi di frontiera come la Val di Susa, che è possibile sfidare la criminalizzazione della solidarietà cui oggi si assiste e avviare un processo costituente capace di ridefinire l’idea e l’esperienza stessa di Europa e di globalizzazione.

 

(La versione integrale di questa sintesi del manifesto-appello promosso da Euronomade è pubblicata su www.euronomade.org, insieme all’elenco completo e aggiornato delle firme. Per adesioni scrivere a appelloeuronomade@gmail.com)
* * * COLLETTIVO EURONOMADE, Ugo Rossi, Carla Stoppani, Martina Tazzioli, Yasmine Accardo, Giuseppe Acconcia, Giuseppe Allegri, Giso Amendola, Marco Assennato, Gennaro Avallone, Marco Bascetta, Moira Bernardoni, Corrado Borsa, Beppe Caccia, Vincenzo Carbone, Sandro Chignola, Roberto Ciccarelli, Girolamo De Michele, Alisa Del Re, Graziella Durante, Luigi De Magistris, Nino Fabrizio, Ludovica Fales, Giovanna Ferrara, Omid Firouzi Tabar, Glenda Garelli, Dario Gentili, Federica Giardini, Chiara Giorgi, Gaetano Grasso, Alessandro Guerra, Michael Hardt, Augusto Illuminati, Orazio Irrera, Marcello Lorrai, Maria Rosaria Marella, Costanza Margiotta, Nicolas Martino, Ugo Mattei, Miguel Mellino, Sandro Mezzadra, Yoan Molinero Gerbeau, Toni Negri, Vincenzo Ostuni, Maia Pedullà,  Livio Pepino, Simone Pieranni, Giacomo Pisani, Roberta Pompili, Gabriele Proglio, Judith Revel, Michele Spanò, Federico Tomasello, Giulia Valpione, Benedetto Vecchi, Simone Veglio, Carlo Vercellone