È possibile, perfino probabile, che nel giro di qualche mese Joe Biden deluda la sinistra americana e i progressisti di tutto il mondo per esempio, come già si vede, sul tema delle politiche verso i migranti. Dopo 50 giorni in carica, però, il bilancio della sua presidenza è non solo positivo ma francamente sorprendente. In 7 settimane Biden ha lanciato un piano di vaccinazioni di massa che supera le promesse iniziali (100 milioni di dosi nei primi 100 giorni) e ora vuole arrivare a vaccinare tutti gli americani adulti entro il 31 maggio.

La pandemia era naturalmente il compito più pressante: Trump gli aveva lasciato in eredità un paese con 500.000 morti e governatori repubblicani che rifiutavano di applicare qualsiasi misura di contenimento del virus (è di questa settimana l’annuncio che in Texas vogliono riaprire tutto). Ma Biden ha portato a casa un piano di aiuti per le famiglie e di rilancio dell’economia da 1.900 miliardi di dollari (circa il doppio, in rapporto alla popolazione, di quanto farà l’Italia, in un tempo assai più lungo). Questo risultato ha già del miracoloso, visto che la maggioranza dei democratici al Senato è inesistente: 50 seggi contro 50. Occorre il voto della vicepresidente Kamala Harris in caso di parità e almeno due senatori democratici sono tutt’altro che affidabili: per colpa loro Biden è stato costretto ad abbandonare uno dei punti principali chiesti dalla sinistra del partito: l’aumento del salario minimo a 15 dollari l’ora (oggi è a $ 7,25).

L’amministrazione Biden ha poi messo in cantiere il For the People Act che, se approvato nel testo attuale anche dal Senato, sarà la più importante legge in difesa dei diritti civili dal 1965 in poi. Si tratta di finalmente regolamentare in maniera uniforme il caotico e truffaldino sistema elettorale dei 50 stati, oggi un sistema che deliberatamente favorisce gli stati rurali a danno delle città e i repubblicani a danno dei democratici.

La legge prevede che gli stati debbano autorizzare la registrazione nelle liste elettorali on line, rimuovendo gli ostacoli burocratici che oggi tengono lontano dalle urne un quarto degli aventi diritto. Inoltre verrà introdotta l’iscrizione automatica quando si chiedono altri documenti, per esempio la patente, e sarà possibile iscriversi alle liste il giorno stesso delle votazioni. Tutte riforme che i repubblicani hanno fino ad oggi combattuto con le unghie e con i denti per escludere dal voto le parti più povere della popolazione e le minoranze etniche.

Il For the People Act richiederà inoltre agli stati di far votare i cittadini su schede cartacee, al posto del voto elettronico, soggetto a frodi e manipolazioni. Infine, i cittadini avranno diritto di votare, di persona o per posta, almeno due settimane prima del giorno delle elezioni che, occorre ricordarlo, negli Stati Uniti è un giorno lavorativo.

Agli europei questi provvedimenti possono sembrare semplici misure di buon senso, niente di più che una razionalizzazione attesa da tempo: non è così. Il suffragio universale è sempre stato il principale punto di scontro della politica americana: dopo la guerra di Secessione il gruppo terroristico Ku Klux Klan nacque precisamente per impedire agli ex schiavi liberati di votare e oggi i repubblicani reagiscono alla sconfitta elettorale del 2020 cercando di restringere l’accesso al voto con vari pretesti. Secondo il Brennan Center for Justice, almeno 263 progetti di legge sono stati presentati dai repubblicani negli ultimi due mesi per restringere e rendere più difficile l’espressione del voto, in particolare per le minoranze. Se Biden riuscisse quindi a far passare il For the People Act per la democrazia americana sarebbe un enorme passo avanti.

E infine: sindacati. Per la prima volta da almeno mezzo secolo un presidente americano ha parlato delle Unions e della necessità di rafforzarle: ««Sindacati forti sono ciò che ha costruito la classe media in America» ha detto Biden annunciando una legge per rendere più facile l’ingresso delle Unions nelle aziende, oggi quasi impossibile per la propaganda e le intimidazioni delle aziende, a cominciare da Amazon. La guerra ai sindacati lanciata nel 1981 da Ronald Reagan con il licenziamento di massa dei controllori di volo potrebbe essere finita.

Joe Biden ha 79 anni e ha passato la vita nell’establishment del partito, che lo ha praticamente imposto agli elettori democratici per fermare Bernie Sanders. La sua presidenza, però, potrebbe essere molto diversa da quella timida e inefficace di Obama e riservare alla sinistra alcune gradite sorprese.