I contatti con il mondo esterno, attraverso i rapporti con famiglia e la tutela degli affetti, rappresentano il “biglietto da visita” di un ordinamento penitenziario che persegua l’obiettivo del reinserimento sociale del detenuto. Questi lunghi mesi di pandemia nelle carceri italiane sono stati segnati da bisogni insoddisfatti, mancanza di contatto umano, privazione dei più elementari gesti di intimità, come poter stringere una mano o prendere sulle ginocchia il proprio figlio. I colloqui, che in passato erano chiassosi e affollati, sono diventati una banco di prova difficile da superare, soprattutto per gli ospiti più piccoli. Da una recente ricerca che stiamo...