In piazza ieri a Roma, in via XX Settembre, sotto la sede del ministero dell’Economia, c’erano i dipendenti di Equitalia «stanchi dei continui attacchi» di cui sono vittima, «ma noi non abbiamo colpa – hanno spiegato – applichiamo solo la legge». «I vertici di questa azienda hanno stipendi sempre più alti mentre il nostro contratto è bloccato da sei anni», spiegava ieri un dipendente. Una protesta contro la gestione di Equitalia «confusa e priva di razionali scelte organizzative ed industriali che diano una prospettiva al settore», ma anche per porre l’accento sulla la qualità del servizio e il corretto rapporto tra enti impositori e cittadino contribuente e per sensibilizzare governo e parlamento affinché diano adeguate risposte alla esigenza di una seria lotta all’evasione fiscale e contributiva. I lavoratori della riscossione tributi lamentano: «Siamo nel mirino, ma nessuno ci difende». Nelle stesse ore, in effetti, circolava una mail di proscrizione, firmata dal sedicente gruppo «Giusta forca», con nomi e cognomi dei dipendenti con la minaccia: «Seguiranno a breve nomi ed indirizzi dei politici più sfacciatamente impresentabili». Il premier Enrico Letta e il vicepresidente e ministro degli Interni, Angelino Alfano, hanno colto solo una parte del malcontento esprimendo al direttore dell’Agenzia delle Entrate Attilio Befera, la vicinanza ai dipendenti.