Come previsto, Katalin Novák è stata eletta capo di Stato ungherese. Con 137 voti a favore su 193 è la prima donna a ricoprire tale carica nella storia del paese. Quarantaquattro anni, fedelissima del primo ministro Viktor Orbán, già ministra senza portafoglio degli Affari Familiari e vicepresidente del partito governativo Fidesz fra il 2017 e il 2021, Novák è convinta sostenitrice della cosiddetta «famiglia tradizionale» e oppositrice di quella che chiama «ideologia di genere», come del resto tutto l’esecutivo arancione (il colore del Fidesz) che per questo non ratifica la Convenzione di Istanbul.

Novák, che ha più volte rappresentato lo Stato danubiano al Congresso Mondiale delle Famiglie per conto del premier, è chiaramente a favore dell’agenda natalista del governo Orbán che sollecita le giovani coppie ungheresi a dare figli al paese per migliorarne la situazione demografica e respingere coralmente l’idea di un ripopolamento affidato agli immigrati, soprattutto a quelli di fede non cristiana.

La sue elezione arriva in un momento estremamente difficile sul piano della politica internazionale. L’Ungheria, che è uno dei Paesi al confine con l’Ucraina, ha nuovi motivi per preoccuparsi delle sorti della minoranza ungherese lì presente (le stime parlando di circa 200.000 persone). Nel suo discorso la delfina di Orbán si è riferita al conflitto sottolineandone la valenza di grave calamità che si aggiunge alla pandemia con la quale facciamo i conti a livello globale da ormai due anni: «Un altro virus devastante si è scatenato nel mondo», ha detto per poi ricordare di essere stata di recente in visita in Transcarpazia in compagnia di alti rappresentanti religiosi e ha elogiato l’impegno del governo volto a gestire l’emergenza profughi provenienti dall’Ucraina.

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Il suo avversario, Péter Rona, 79 anni, emigrato nel 1956, banchiere negli Usa, poi docente a Oxford, ha ottenuto 51 voti. Tornato in Ungheria dopo la caduta del Muro di Berlino, è stato consigliere economico di vari governi e membro della vigilanza della Banca Nazionale Ungherese (Mnb). Si è presentato alle elezioni come candidato dell’alleanza “Uniti per l’Ungheria” che considerava praticamente scontato l’esito del voto ma sosteneva necessario presentare un’alternativa. Tale lista è costituita da diverse tendenze politiche che vanno dai socialisti ai nazionalisti oggi a quanto pare moderati di Jobbik, passando per centristi, liberali e verdi.

Questa coalizione eterogenea ha visto la luce in funzione delle elezioni legislative del prossimo 3 aprile e promette importanti cambiamenti in caso di vittoria e la cancellazione delle leggi “ingiuste” del governo Orbán.

Intanto Katalin Novák, sottolinea il portale di informazione ungherese 444.hu, si trasferirà a palazzo Sándor il 12 maggio, prendendo il posto del parimenti fidessino János Áder, e sarà presidente per cinque anni. Orbán ora potrà fregiarsi del merito di aver dato al paese il primo capo di stato donna, ma considerando la visione che la beniamina del premier mostra di avere in termini di rapporti fra i due sessi è lecito chiedersi quale potrà essere il suo apporto alla lotta per la parità fra i medesimi. Staremo a vedere. Intanto ad esultare in Italia sono le associazioni pro-life e il solito Pillon con tanti auguri di Giorgia Meloni.