La speranza è che si moltiplichino le idee per un uso intelligente delle tecniche digitali, quelle stesse che negli ultimi anni sono state accelerate dalla pandemia. L’aspettativa è vivere esperienze estetiche dove la crescita e la comodità di una singola modalità non vada a discapito dell’altra, per agevolare le realtà in difficoltà. La riscoperta del «vecchio mondo» può avvenire proprio attraverso il digitale, spostandosi però dall’universo del divano dando attenzione a quel fare che definisce da sempre ciò che siamo. Due mondi che si mischiano e si trasformano in qualcosa di nuovo offrendo allo spettatore un’esperienza totale. Un’esperienza dove si guarda, si sente, si tocca, si fa in modo di interagire in tutti modi possibili proprio perché ora è possibile. Il desiderio per l’anno che verrà è dunque fare pace con i limiti e immaginare un ambiente più interconnesso in tutte le sue sfaccettature, sia digitali sia reali.