Invita il governo Merkel a dichiarare «senza indugio» che non concederà l’«estradizione politica» a Madrid, mentre minaccia il ricorso alla Corte costituzionale se il tribunale di Kiel si rifiuterà di liberare Carles Puigdemont, rinchiuso nel carcere di Neümunster da domenica scorsa.

SONO LE PRIME DUE MOSSE della difesa giudiziaria dell’ex presidente catalano per fermare il conto alla rovescia sulla sentenza che dopo Pasqua deciderà sul rimpatrio. Temerarie, se non fosse che a scandirle (alla Süddeutsche Zeitung) è il suo nuovo avvocato: non esattamente un legale qualunque. Ex giudice della Corte federale di Karlsruhe, primo magistrato tedesco all’Assemblea generale dell’Onu, ha collaborato prima con il Tribunale penale sull’ex Jugoslavia a L’Aia e poi nell’omologo sul Ruanda ad Arusha. A Berlino Wolfgang Schomburg, 69 anni, è unanimemente riconosciuto come il maggiore esperto mondiale di diritto penale internazionale. Per questo la sua linea di difesa giudiziaria non è avventata ma fotografa solo i limbi nella legislazione.

PRIMO: «BISOGNA VEDERE se valgono le regole del mandato europeo o quelle dell’arresto internazionale»; secondo: «L’accusa di violenza contro Puigdemont è insostenibile, quella di corruzione avventurosa»; terzo: «I documenti dei giudici spagnoli sono imprecisi, superficiali, per cui l’arresto non avrà alcuna base legale» riassume Schomburg, affiancato nella causa dal figlio avvocato Sören.

AL DI LÀ DEL DIRITTO, il caso Puigdemont continua a occupare lo spazio politico tedesco ed è una «patata bollente» per la neo-ministra Spd della Giustizia Katarina Barley quanto per la cancelliera Merkel: il 51% dei tedeschi è contrario alla riconsegna di Puigdemont alla Spagna (rispetto al 35% a favore e al 14% di indecisi) come rileva il sondaggio virtuale pubblicato ieri da Die Welt.

Le ultime notizie dalla prigione di Neümunster in Schleswig-Holstein restituiscono invece lo stato fisico dell’ex presidente della Generalitat di Barcellona, pienamente integrato con gli altri 570 detenuti. In una cella di 8 metri quadrati dialoga in inglese e spagnolo con i compagni di braccio, e la direttrice Yvonne Radetzki ieri ha confermato che «si è ambientato bene grazie al carattere calmo, gode di buona salute, partecipa alla routine del carcere». Soprattutto «non vuole alcuno status speciale» spiega la funzionaria.

CON IL TELEFONO solo nell’area comune e la sconnessione totale da internet, il President studia il faldone del suo caso, mentre raccoglie la solidarietà dei detenuti increduli di vederlo lì. Insieme alla posta, mai così piena neanche all’apice della carriera.