Il Libro bianco per la difesa – presentato martedì scorso – conferma i tagli al personale e gli investimenti nei sistemi d’arma per un ruolo delle forze armate sempre più interventista.

Nel Libro bianco (un documento comunque in gran parte vacuo e inutile, di cui però non è possibile ancora visionare la versione definitiva) avrebbe dovuto esserci – tutti la davano per scontata – la risposta sul destino degli F35, come d’altronde aveva chiesto la camera dei deputati con un ordine del giorno approvato durante l’ultima legge di stabilità e come aveva affermato la stessa ministra Pinotti nell’audizione al Senato del 2 ottobre del 2014.

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L’ordine del giorno impegnava il governo «a presentare in occasione della stesura del Libro bianco della difesa, o nel prossimo Def, il piano per l’attuazione di quanto è previsto dalla mozione del 24 settembre del 2014, a prima firma on. Scanu, per il dimezzamento delle risorse programmate per il Jsf».

Questo piano non c’è nel Def ma sembra non ci sia nemmeno nel Libro bianco. In questo documento pare che gli F35 non siano nemmeno citati.

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Speriamo di essere smentiti. Ma se fosse così, sarebbe gravissimo.

Il momento buono per decidere sugli F35 è sempre quello che viene dopo. Nel giugno del 2013 la camera approva una mozione in cui decide di rinviare la decisione ai risultati di una indagine conoscitiva, che si conclude nel maggio 2014. L’indagine, che pure auspica la riduzione della spesa, non prende alcuna decisione definitiva.

La ministra Pinotti dice che il momento buono arriverà con il Libro bianco. Ma nel Libro bianco sembra non ci sia nulla (quando potremo vedere la versione definitiva?) e bisognerà aspettare ora il Documento di programmazione pluriennale della difesa 2015-2017 (che ancora non è stato diffuso) e poi una serie di documenti di Revisione e implementazione strategica (da fare entro i prossimi 6 mesi) che – forse – ci diranno se continuare e come con gli F35.

Una cortina fumogena e un continuo rinvio (sono già trascorsi due anni!) che servono solo a ingannare il parlamento: la produzione degli F35 continua senza che le camere abbiano potuto visionare da un anno alcun documento da cui evincere il costo totale del programma. Se nel Libro bianco ci fosse questa gravissima omissione sarebbe un’ulteriore conferma di quello che è successo in questi mesi quando in più di un’occasione il governo non ha tenuto conto delle deliberazioni delle camere, puntualmente disattese, aggirate o ignorate.

Nel marzo 2014, la ministra Pinotti – «in piena inosservanza delle prescrizioni parlamentari», come denuncia la Rete Disarmo – firma un nuovo contratto relativo al lotto 9 degli F35. La stessa ministra annuncia poi nell’audizione al Senato del 2 ottobre 2014 la produzione di due nuovi F35 con la motivazione di non vanificare gli investimenti avviati e di mantenere la stabilità al programma. Però solo due settimane prima, nel question time del 18 settembre – sempre al Senato – la ministra aveva «categoricamente smentito nuovi acquisti». Nel giro di due settimane la «categorica smentita» è diventata una solenne conferma dell’acquisto dei due F35.

Tutto ciò è una girandola di omissioni politiche, contraddizioni formali, opacità degli atti, «inosservanza delle prescrizioni parlamentari» e impegni disattesi su una vicenda cruciale per tanta parte dell’opinione pubblica.

Miliardi di euro buttati al vento. Si grida al miracolo per un Def che conterrebbe un tesoretto di 1,6 miliardi da spendere contro la povertà. Basterebbe attuare la mozione per il dimezzamento della spesa degli F35 per quadruplicare questo tesoretto che potrebbe essere speso per il lavoro e il welfare.

Se nel Libro bianco non ci fosse alcun cenno al piano per il dimezzamento della spesa per gli F35, la misura sarebbe colma. E la richiesta di dimissioni della ministra Pinotti sarebbe ineludibile.