Un’Europa «sovrana», forte di «un’autonomia strategica», per far fronte alla «crisi esistenziale» attuale: è il progetto europeo che Emmanuel Macron ha presentato ieri per la presidenza francese del Consiglio dell’Unione europea, che inizia il 1° gennaio per sei mesi, che saranno in realtà abbreviati dalle elezioni presidenziali del prossimo aprile. Macron fa dell’Europa un argomento di campagna (anche se non è ancora ufficialmente candidato) e insiste, contro l’ampia schiera di detrattori, all’estrema destra ma non solo, sul «buon livello di azione» che rappresenta la Ue per rispondere alle sfide del momento, sanitarie, economiche, geopolitiche, al di là del provincialismo delle nazioni.

La «sovranità», visto il clima destroide che regna in Francia, comincia con il «controllo delle frontiere» per meglio «proteggerle»: per «salvare il diritto d’asilo», la Francia propone una riforma di Schengen, il trattato intergovernativo della libera circolazione, che dovrà organizzarsi con vertici regolari (come la zona euro) e «creare un meccanismo di sostegno in caso di emergenza», con Frontex e una gestione con regole di asilo comuni. Il 17-18 febbraio ci sarà un vertice a Bruxelles tra la Ue e l’Africa, per avviare una cooperazione sulla sicurezza e sulla «mobilità scelta», con l’obiettivo di arrivare a un’organizzazione delle migrazioni che metta fine ai drammi dei passeurs, al «cimitero vergognoso» che è diventato il Mediterraneo, alle tragedie nella Manica.

La «sovranità» riguarda la difesa – la Francia difende un’autonomia strategica europea – ma prima di tutto l’economia, in relazione con la lotta al riscaldamento climatico: l’obiettivo della presidenza francese è «costruire un nuovo modello di crescita». Il 10-11 marzo ci sarà in Francia un vertice a 27 su questo progetto: l’«ossessione», ha detto Macron, è «creare posti di lavoro e lottare contro la disoccupazione», e lanciare un «modello di produzione» che sia innovante ma al tempo stesso difenda il «modello sociale» europeo. La «sovranità» europea riguarda gli investimenti nei settori innovanti, dall’idrogeno allo spazio, al cyber, ai semiconduttori, dove l’Europa ha perso terreno, dietro Usa e Cina.

In questa prospettiva, le regole di Maastricht dovranno essere riviste: per Macron la Ue deve «ripensare il quadro del budget», con un «piano europeo di investimenti», attirando capitali privati, nei settori che garantiscono la «sovranità». Per il clima, «urgenza assoluta», la Francia propone un «meccanismo di aggiustamento carbone alle frontiere», cioè una tassa alle importazioni inquinanti, per preservare la competitività interna. Non sarà facile fare accettare queste proposte alla Germania, oggi Macron ne discute con il cancelliere Olaf Scholz, a pranzo all’Eliseo. Macron propone di fare dell’Europa una «potenza digitale» che non deve «subire» le regole fatte dai concorrenti e dai monopoli. Un’altra ambizione della presidenza francese sarà di arrivare a un «salario minimo decente» nei vari paesi europei.