«Alla Regione non è ancora arrivato il decreto di compatibilità ambientale firmato dal ministro Galletti: me lo sta dicendo lei in questo momento. E comunque, anche se così fosse, la Regione resterà al fianco delle popolazioni e farà tutto ciò che è in suo potere sino al termine dell’iter autorizzativo». Così l’Assessore alla Qualità dell’Ambiente della Regione Puglia, Lorenzo Nicastro, dopo il via libera del ministro dell’ambiente al progetto Tap.
Il ministro dell’Ambiente può firmare il decreto grazie all’intervento diretto del Consiglio dei Ministri. Non tenendo conto del parere del Mibac che però vi ha dato ragione.
Nel rispetto delle prerogative dei vari organi istituzionali che in questa vicenda sono chiamati ad esprimersi, leggendo il parere del Ministero per i Beni Culturali, non si può far a meno di notare come siano evidenziate le medesime perplessità tecniche rilevate dal Comitato Via Regionale. Sia rispetto alla connessione alla rete nazionale e all’impatto che questa parte dell’opera avrebbe sul territorio, sia rispetto alla necessità di mitigarne gli impatti significativi anche in considerazione della prossimità di aree vincolate.
Alla Regione, al di là del progetto in sé e del suo approdo in una zona di rilevanza nazionale a livello turistico e paesaggistico, non è piaciuto soprattutto l’atteggiamento dei vari governi.
In tempi non sospetti abbiamo espresso le nostre dimostrazione sull’atteggiamento di un governo nazionale, che pur nella piena legittimità in termini di competenze, sottoscriveva e poi ratificava accordi internazionali per l’arrivo di gas in Europa attraverso la nostra regione senza che sul territorio avessimo avuto l’idea di quanto impattante fosse l’opera in questione. A quel tempo sollevai delle perplessità sulla tempistica e sulla evidente volontà di bruciare le tappe anche rischiando di prestare poca attenzione alle istanze dei territorio. Al netto di chi su questa vicenda ha tentato di fare speculazione politica il mio ragionamento è chiaro: non si può progettare un’opera di quella portata pensando di arrivare in Puglia a cose fatte, con un percorso tracciato a cui ci si deve adeguare magari puntando, come qualcuno dice, alle sole opere di mitigazione.
Ora, dopo l’ok del ministro dell’Ambiente, si apre la partita dell’Autorizzazione unica che arriverà al termine della Conferenza dei Servizi al cui tavolo siederà anche la Regione.
Su questo punto voglio essere il più chiaro possibile. La Regione non ha alcun potere vincolante sull’iter autorizzativo. Così come non l’hanno avuto i due pareri negativi del comitato tecnico regionale di VIA, così non lo avremo in sede di Conferenza dei Servizi. Ciò detto, continueremo ad esprimere le nostre perplessità e a difendere il territorio pugliese.
E’ facile prevedere che dopo la firma del ministro Galletti gli animi si riscalderanno ulteriormente. Lei cosa si augura per il prossimo futuro?
Mi chiedo: ha senso continuare questo scontro tra livelli istituzionali in nome di una teoria del ‘dover fare’ anche su temi che, in virtù del principio di precauzione, dovrebbe indurre a fare le cose per bene? Ad un certo punto, l’interlocuzione con il Governo centrale, aprì uno spiraglio di confronto che per un momento mise da parte le contrapposizioni e avviò un processo di ascolto dei territori portato avanti dal collega Minervini. Mi auguro che si voglia riprendere quell’approccio cercando di far sì ripartire il Paese, di guadagnare certamente una autonomia energetica, ma di fare tutto questo tenendo conto delle vocazioni dei territori e del pensiero delle popolazioni che li abitano.