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Dietro ai «sepolcri imbiancati» di Beatrice Hastings

Dietro ai «sepolcri imbiancati» di Beatrice Hastings«Ritratto di Beatrice Hastings» Amedeo Modigliani

RISCOPERTE Beatrice Hastings, nata a Londa nel 1879. Attrice, cavallerizza, pianista, prima di diventare giornalista a New York dove si è trasferita nel 1904

Pubblicato circa 2 mesi faEdizione del 31 luglio 2024

«Leggere poesia va benissimo per una ragazza fidanzata, ma non per una moglie. Il matrimonio non è per niente romantico, in realtà». La sera prima delle sue nozze Nan Pearson viene messa dalla madre di fronte a quello che l’aspetta. Siamo alle prime pagine de I sepolcri imbiancati, romanzo breve pubblicato a puntate sul giornale inglese d’avanguardia The New Age tra aprile e giugno 1909. A firmarlo è Beatrice Tina. Sotto questo pseudonimo (insieme con altri come Alice Morning) si nasconde una scrittrice geniale, giornalista libertaria, militante senza pudori, Beatrice Hastings. Si deve alla curatrice, Maristella Diotaiuti, con la traduzione di Matilde Cini, la pubblicazione per Terra d’ulivi (pp. 90, euro 11,50) e la scoperta di questa complessa figura di intellettuale. Fino ad oggi viene ricordata solo come la prima delle amanti di Amedeo Modigliani nella Parigi unica e irripetibile della belle époque, apparsagli nel 1914 tra i fumi di «hashish e brandy» del Café de la Rotonde.

NEANCHE BEATRICE era il suo vero nome, bensì Emily. Emily Alice Haigh, nata a Londa nel 1879. Attrice, cavallerizza, pianista, prima di diventare giornalista a New York dove si è trasferita nel 1904. Prima il Telegraph, poi The New Age, dove frequenta Ezra Pound e Katherine Mansfield, con la quale ha una relazione sentimentale. Nel 1931 ritorna a Londra, e riprende a far politica iscrivendosi al Partito comunista. Un anno dopo fonda un proprio giornale, The Straight Thinker. E nel 1938 il periodico Democrat. L’ultimo numero esce a gennaio 1943. Il 30 ottobre Beatrice, malata da tempo e stremata dalle sue battaglie, si toglie la vita inspirando gas.

QUALE «PUTRIDUME» nascondono i sepolcri imbiancati di Hastings? «L’istituto matrimoniale, la sessualità, la maternità, e tutte le costruzioni patriarcali liberiste e imperialiste che hanno finito per ingabbiare le donne in ruoli subalterni», risponde la curatrice. In bilico tra il romanzo di formazione e la novella borghese, l’autrice vive appassionatamente la transizione dalla ipocrita età vittoriana al modernismo del Novecento. Anzi, la militanza politica e l’impegno giornalistico su temi nuovi e roventi svieranno le sue energie dal talento letterario. D’altra parte, il suo femminismo libertario le metterà contro il più convenzionale movimento suffragista. Così le critiche più dure arriveranno dalle donne. Infatti, non esita nel giudicare proprio le donne le principali ancelle dell’ordine patriarcale. Il loro silenzio è la causa della sottomissione.

LO SOSTERRÀ provocatoriamente in un pamphlet uscito come allegato alla rivista nel luglio del 1909. Anche questo testo è rimasto inedito nonostante la sua forza profetica (grazie alla cura di Maristella Diotaiuti, è stato pubblicato per la prima volta in Italia nel 2022, Astarte ed.).
Hastings amava descriversi «in full revolt». La scrittura è stata per lei una lotta permanente. Per questa sua vocazione ha pagato un prezzo atroce. Se negli stessi anni qualcuno celebrava in Italia il superomismo della vita come opera d’arte, lei, già andando oltre le colonne della modernità, sperimentava, all’opposto, l’uso della parola come corpo vivente.

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