L’Italia dei veleni, quella saccheggiata e deturpata, e storie di sacerdoti che sono diventati simbolo della battaglia ambientalista combattendo accanto alla gente per ottenere terra, aria e acqua pulite insieme a lavoro e salute.

QUESTO E’ IL TEMA che Mario Lancisi, giornalista e scrittore, propone nel suo ultimo libro Preti verdi. Un viaggio da sud verso nord nel nostro Paese parlando delle morti per inquinamento ambientale attraverso le denunce di dieci sacerdoti che si sono schierati a fianco di cittadini coraggiosi.

LANCISI PARTE DALLA SICILIA raccontando le storie di don Palmiro Prisutto, parroco di Augusta (Siracusa), e di don Giuseppe Trifirò. Il primo, chiamato anche «prete anti cancro», da anni denuncia l’inquinamento prodotto dal polo petrolchimico più grande d’Europa che si estende per una ventina di chilometri in provincia di Siracusa. Il secondo, don Giuseppe Trifirò, nella Valle del Mela (Messina) è schierato anche lui nella salvaguardia della salute e dell’ambiente in una zona che vede la presenza di centrali termoelettriche e raffinerie ritenute inquinanti.

RISALENDO L’ITALIA, l’autore si ferma a Taranto incontrando padre Nicola Preziuso che da quarant’anni è impegnato nel quartiere Tamburi, dove si trova l’ex Italsider, con i tanti problemi legati a questa zona e alla contrapposizione tra inquinamento e posti di lavoro.

TRE SONO, INVECE, le storie di preti raccontate nel libro che hanno luogo in Campania. Si parte dalla «terra dei fuochi», tra Napoli e Caserta, dove don Maurizio Patriciello, parroco di Caivano (Napoli), è in prima linea per difendere i diritti degli abitanti che vivono in una zona con l’incidenza di cancro nella popolazione tra le più elevate d’Italia. Qui le industrie del Nord, con la complicità della camorra, hanno sotterrato i loro rifiuti nocivi. Sempre in questa zona anche la storia di don Michele Olivieri, parroco di Battipaglia (Salerno), che si batte contro i roghi dei rifiuti che rendono l’aria inquinata. Sempre in Campania e sullo stesso tema, la storiadi don Mario Ricci di Ercolano (Napoli) che denuncia che alle pendici del Vesuvio ciclicamente i rifiuti dannosi vengono bruciati rendendo l’aria irrespirabile.

ANCHE NEL RICCO NORD-EST, e in particolare nel Veneto, si ferma l’autore per raccontare la storia di don Albino Bizzotto fondatore del movimento Beati costruttori di pace. Da molti anni il sacerdote si batte contro il consumo di suolo e la vasta cementificazione causata dalle grandi opere, dal Mose alle autostrade. Più volte ha chiesto ai politici di riflettere sullo sciagurato operato di devastazione del territorio, arrivando sino al digiuno.

UN PASSO PIU’ IN LA’ A BRESCIA, in Lombardia, don Gabriele Scalmana combatte la sua battaglia contro il più grande «termovalorizzatore» d’Italia e denuncia i problemi derivanti da un’agricoltura troppo intensiva, specie nel caso degli allevamenti con l’inquinamento delle falde acquifere a seguito dallo sversamento dei liquami nei terreni.

IL LUNGO VIAGGIO DI LANCISI alla ricerca dei sacerdoti simbolo della battaglia ambientalista – come recita il sottotitolo del libro – si conclude a Casale Monferrato (Alessandria) dove gli ex lavoratori e abitanti muoiono ancora di tumore provocato dall’Eternit nonostante che la fabbrica sia stata chiusa nel 1986. Qui grazie al coraggio di un frate, padre Bernardo Zanella, che ha lavorato nell’azienda e che ora vive in Cile, si è riusciti a portare al processo l’azienda di Casale.

UN POSTO PARTICOLARE nel libro è riservato a padre Guidalberto Bormolini che guida la comunità Ricostruttori nella preghiera a Cantagallo (Prato): un villaggio sostenibile dove vivono un gruppo di famiglie che fanno della meditazione una alternativa esistenziale che ha come obiettivo la salvaguardia dell’ambiente.

I PRETI RACCONTATI da Mario Lancisi sono caparbi nella denuncia e capaci di tenere testa ai potenti di turno. «Ma quello che a loro preme – ricorda l’autore – è richiamare l’attenzione sulla questione irrisolta tra salute e lavoro: viene prima la borsa o la vita?