In un giorno e mezzo almeno dieci morti sul lavoro. Una vera mattanza che alza la media giornaliera dei tre decessi dall’inizio dell’anno, certificati dall’Inail, in costante aumento rispetto all’anno scorso.
La lunga striscia di sangue ieri ha colpito particolarmente la Puglia dopo che a cavallo fra agosto e settembre si era concentrata in Toscana. Il settore delle costruzioni si conferma quello più a rischio con i sindacati che non si stancano di chiedere la «patente a punti» per garantire più sicurezza, fermando le imprese inadempienti.
Si chiamava Pietro Vittoria, aveva 47 anni, era sposato e aveva due figli l’operaio della ditta Edil San Felice di Nola (Napoli) morto ieri mattina dopo essere stato investito da un tir mentre stava effettuando alcuni lavori sull’autostrada A14 Bologna-Taranto, nelle vicinanze del casello di San Severo (Foggia). A investire il 47enne, originario di Maddaloni (Caserta), è stato un camionista brindisino che subito dopo aver travolto con il proprio mezzo l’operaio si è fermato per soccorrerlo.
Sempre in Puglia ma a Mesagne, in provincia di Brindisi, un muratore di 42 anni, Benito Branca, è morto mentre stava ristrutturando una palazzina. L’uomo si trovava sul marciapiedi quando sono crollati l’impalcatura, il balcone e parte del solaio le cui macerie lo hanno schiacciato. Verso le ore 12, mentre erano in corso lavori di manutenzione dello stabile, si è verificato il cedimento della struttura. In pochi istanti si è creato un cumulo di macerie: i presenti hanno iniziato a scavare con le mani. Ma non sono riusciti a salvare il muratore.
Ieri pomeriggio un operaio è morto precipitando da un’impalcatura in un cantiere in viale America all’Eur a Roma. Da una primissima ricostruzione della polizia, sembra che il 47enne sia precipitato dall’impalcatura all’undicesimo piano. Inutili i soccorsi.
Il quarto incidente mortale sul lavoro si è verificato in Alto Adige. A Rifiano, in Val Passiria, nella zona di Merano, un agricoltore di 50 anni è morto schiacciato dal trattore che stava guidando in un frutteto quando improvvisamente il mezzo si è ribaltato, rimanendo incastrato sotto e morendo sul colpo.
Anche il premier Mario Draghi è rimasto colpito dalla mattanza di martedì e ha iniziato la sua conferenza stampa di ieri leggendo nome, cognome ed età delle vittime ed esprimendo «il più sentito cordoglio» suo e del governo. «La questione delle morti sul lavoro assume sempre più i contorni di una strage che funesta l’ambiente economico e psicologico del paese», annunciando «pene più severe e immediate e collaborazione all’interno dell’azienda per individuare precocemente le debolezze in tema di sicurezza lavoro»,
Dopo le misure annunciate lunedì nell’incontro fra governo e sindacati – banca dati unica, semplificazioni per le assunzioni di 2.700 ispettori con 800 che entreranno in funzione entro il 2021 – ieri il ministro del Lavoro Andrea Orlando ha ribadito la volontà di accelerare: «Introdurremo norme, credo già la prossima settimana. Norme che individuino sanzioni più tempestive per imprese che non rispettano le regole, che facilitino la possibilità di raccogliere i dati di chi compie violazioni. Poi potenziamento delle strutture di controllo, delle competenze e dell’organico dell’Ispettorato del lavoro, ma anche monitoraggio sull’attività delle Asl», che hanno competenza primaria in materia. Tutte cose richieste dal nuovo direttore dell’Ispettorato nazionale sul lavoro, l’ex magistrato Bruno Giordano anche nell’intervista al manifesto di agosto.
Toccherà poi ad un Piano dal carattere più complessivo usando anche i fondi del Pnrr. I segretari di Cisl e Uil, Luigi Sbarra e Pierpaolo Bombardieri plaudono all’urgenza delle misure annunciate da Draghi, mentre Maurizio Landini della Cgil registra i progressi del governo ma chiede norme che «fermino le aziende sino a quando non sono ripristinate le norme di sicurezza». Il presidente Carlo Bonomi di Confindutria rilancia la sua proposta di istituire «commissioni paritetiche in azienda per intervenire» ma chiede al governo di intervenire, più che sulle sanzioni ex post, su interventi che «facciano in modo che gli incidenti non avvengano».