«Compagni? Possiamo chiamarci ancora così?» Con questa domanda Giovanni Marzona, staffetta di collegamento in Carnia, nel 2014 aveva iniziato a raccontare la sua esperienza dal palco di «Partigiani in ogni quartiere». Nome di battaglia Alfa, anno di nascita 1928, aveva 16 anni quando iniziò a correre tra i gruppi partigiani nelle terre annesse alla Germania. Stasera Alfa tornerà sul palco della kermesse che, in occasione del decennale, dopo aver animato le zone più periferiche di Milano, si svolge all’Arco della Pace, profanato, lo scorso gennaio, dalla “sovranità” e dai cori contro i migranti di Forza Nuova. «Partigiani in ogni quartiere», il colpo di reni della cittadinanza all’apertura del circolo nazi fascista «Cuore nero», ha avuto il pregio di mettere in relazione realtà attive sul territorio milanese, mantenendo vivi i valori dell’antifascismo.

Si parte alle 18 con gli Africa Unite, dai Cccp alla liberazione, Zamboni e Baraldi, il Fiore Meraviglioso, Bebo Storti e Renato Sarti, in un’alternanza di parole e musica orchestrata da Germano Lanzoni, Raphael Didoni e Rita Pelusio. Centrale anche il tema della migrazione e del diritto a viaggiare in sicurezza, a bordo di un aereo o delle navi delle Ong accusate di collusione con i trafficanti per aver svelato l’inadeguatezza delle politiche europee. Esperienze virtuose che contribuiscono a rendere la cultura dell’integrazione un patrimonio collettivo: dalla caserma Montello a zona 8 solidale, dai corridoi umanitari a mediterraneo antirazzista, un torneo di sport che domenica scorsa ha portato in campo più di cinquecento persone, tra associazioni, centri sociali e migranti. «Partigiani in ogni quartiere» ha aperto una piattaforma di finanziamento.