Hitchcock”, il film biopic dietro le quinte di Psycho nelle sale italiane da aprile, è tratto da un saggio-inchiesta del giornalista americano Stephen Rebello molto avvincente e accurato, sull’incredibile storia della realizzazione del più controverso film del regista inglese. Tra le altre cose vi si legge di come un dettaglio sfuggito alla segretaria di produzione ( i decori natalizi per le strade di Phoenix) imposero d’ufficio una data alla storia- a giustificare quel particolare altrimenti trascurato: l’11 dicembre.

Le date possono essere prepotenti, se capaci di insinuarsi come clandestine persino a bordo delle pellicole di Hitchcock, uno incapace di abbassare la guardia: lo sanno i curatori di un blog che sta diventando un piccolo, sofisticato fenomeno, diconodioggi.it.

Il lavoro apparentemente inutile come solo le operazioni intellettuali migliori sanno esserlo (cfr. armando adolgiso nella sezione cosmotaxi del suo adolgiso.it ) consiste nella ricognizione documentata sul tempo e le date nella finzione artistica a partire dal 1° gennaio cui fa riferimento l’attacco di Lolita fino alla notte di Capodanno raccontata da Saramago; diconodioggi.it prende le mosse da un libro pubblicato nel 1994 dalla casa editrice Giunti con il titolo “Il gioco dei giorni narrati, a cura di Toni A. Brizi , nickname di Antonella Sbrilli che, dopo aver fatto del progetto una trasmissione radiofonica su Isoradio Rai e, sempre negli anni ’90, rubrica quotidiana (“I Librivori) per Videomusic, è approdata sul web e sul web 2.0.

E’ cambiato il medium ma la materia è rimasta vivida e l’interesse attorno ad essa si è moltiplicato sospinto anche da garbati, in questo caso, cinguettii di twitter; il luglio scorso il tema della rappresentazione del tempo codificato è stato al centro delle conversazioni nel corso dell’incontro “Giochi di memoria” organizzato dal Centro di Studi sulla Memoria del Dipartimento della Comunicazione di San Marino che detiene l’incredibile Fondo Young (una delle più ricche collezioni di libri, articoli e memorabilia sul tema della memoria esistenti). L’editore Guaraldi ha quindi raccolto nella collana “Lectures on memory” queste riflessioni su memoria e mnemotecnica elaborate dei relatori Umberto Eco, Paolo Castelli, Marina Mizzau e, appunto, Antonella Sbrilli che, abbandonati i panni di Toni A.Brizi, è tornata ad essere quello che, tra le altre cose, è: socia dell’ “International Society for the study of the time” e cofondatrice e curatrice con Daniela Collu di diconodioggi.it . Sbrilli inoltre insegna Storia dell’arte contemporanea alla Sapienza di Roma e questo la rende brillante conoscitrice e dispensatrice di date dipinte; qualche esempio: il 13 luglio inserito da Jacques-Louis David nella tela che raffigura l’assassinio di Marat, quelle del ritrattista di tempo seriale On Kawara autore di duemila tele in cui è riprodotta la data-dell’oggi, gli indovinelli sulle date disegnati da Baruchello.

La collezione più cospicua proposta su diconodioggi.it riguarda però “la parola data”, vale a dire le date in letteratura, secondo il principio che fu anche del “Gioco dei giorni narrati”, dove ognuna delle 366 date riporta un brano della finzione narrativa dove si parla di quel giorno preciso. Il libro gioco è diventato negli anni libro oggetto regalo da cui estrarre passi da dedicare agli amici ai loro compleanni. Un po’ come accadeva con le raccolte di hit musicali che per un certo periodo sono circolate nella sezione cadeaux delle librerie: lì la raccolta era quella dei successi pop nell’anno della nascita dei diretti interessati omaggiati dal cd, ma vuoi mettere il passo di un libro che si svolge precisamente nel proprio birth day?

Se come diceva lo scrittore e poeta Robert Walser (ne “I fratelli Tanner”) è vero che “ogni giorno al risveglio è un genetliaco” su diconodioggi.it c’è da sbizzarrirsi con le celebrazioni visto che alle pagine di narrativa scovate tutti santi giorni dei nostri non compleanni, continuamente implementate nel database, si aggiungono i commenti e le scoperte di chi sta al gioco sulla rete, gioco contagioso: è facile che una volta cominciato si vedano date ovunque. Ci sono le date preferite degli scrittori e ricorrenti nelle loro opere (il 23 aprile per Nabokov, il 30 dello stesso mese per Borges, il 27 settembre per Christa Wolf), altre nascoste perché rare ma frequentate, come il 29 febbraio, o mobili perché importate da altri calendari. Un almanacco sorprendente e stimolante perché, all’occorrenza, dispensatore anche di ottimi consigli di lettura.

La data è davvero (pre)potente se anche google ne fa un mezzo di marketing formidabile personalizzando i seguitissimi doodle (versioni speciali del logo in giorni di ricorrenze degne di nota) a beneficio del compleanno agli iscritti al suo social network, google +.

Le date si seguono ritmicamente nelle poesie, quelle di Magrelli, Manzoni, Gozzano, per dare tre nomi in libertà, e quelle musicate, per tacere delle filmate, non si contano ma si cantano, inevitabilmente: da “29 settembre” in poi passando per la chiosa di Eugenio Bennato che a un San Remo (quale? cercare la data su youtube) insieme a Toni Esposito salutava il Novecento con i suoi giorni tutti uguali/e quelli un po’ speciali/che sono diventati anniversari.

Anche per chi non ha memoria per le date (tanto i compleanni se e ce li ricorda facebook) ci sono date per la memoria, che sanno di refrain ripetuti in automatico ma possono essere ancore di salvezza: anche se ci sarà sempre chi darà il 25 aprile per morto, il 1° maggio per agonizzante, l’11 settembre per esagerato, il 27 gennaio per mai esistito, comunque sono lì a raccontare storie e rivelare segreti a chi abbia voglia di interrogarle . “I giorni – isolati, raccontati – acquistano un significato speciale” si legge nel blog “… si possono intrecciare riferimenti con le date della propria vita; si può leggere la data come una bibliomanzia quotidiana” e la sua pratica, anche fatta per “finta”, abitua a dare valore al tempo, e non solo a quello della fiction.