Il tribunale di Torino ieri ha decretato il fallimento della Ventures production, la società che aveva rilevato l’ex Embraco di Riva di Chieri, in provincia di Torino, controllata dalla Whirlpool. Un «modello di reindustrializzazione» benedetto a marzo 2018 dall’allora ministro Carlo Calenda che, secondo gli operai piemontesi, rischia di essere replicato con la chiusura del sito Whirlpool di Napoli. La Ventures, una newco italo-israeliana con un terzo socio di minoranza cinese, era stata incaricata dal Mise di rilanciare il sito ma una successiva indagine ha ipotizzato il reato di bancarotta distrattiva: la società non avrebbe fatto nulla per avviare la produzione, spendendo i 4 milioni di fondi pubblici e dell’Embraco per beni di lusso acquistati dagli amministratori. I libri contabili sono stati portati in tribunale, ieri il fallimento.

Restano senza un futuro chiaro, a rischio anche gli ammortizzatori sociali, i 407 operai ex Embraco: «Il governo Gentiloni e poi Conte ci hanno sempre detto che erano ottimi reindustrializzatori e invece erano teste di legno. Nel 1994 eravamo in 2mila a fare compressori per frigo, quindi 800, adesso siamo la metà. Eravamo i più produttivi del gruppo poi la multinazionale Usa ha deciso di delocalizzare. Napoli protesta per evitare la stessa fregatura. Da tre mesi chiediamo un incontro al Mise che non è mai arrivato». A raccontare è il delegato Fiom ex Embraco Maurizio Ughetto, arrivato ieri a Napoli con i lavoratori Whirlpool delle altre fabbriche italiane per un sit in di protesta davanti al consolato statunitense.

Matteo Berardi è Rsu Fiom, ieri era a Napoli da Varese: «Non è solo solidarietà la nostra ma anche preoccupazione. Abbiamo perso 1.800 dipendenti in 4 anni, da noi non stanno rispettando né gli investimenti né i volumi previsti dal piano sottoscritto con il governo nel 2018. Ci hanno fatto tornare a lavorare subito per recuperare i volumi persi con la pandemia ma poi incentivano l’esodo di impiegati e dirigenti. Così ci tolgono il futuro. Chi ci assicura che dopo Napoli non chiuderanno anche gli altri siti?». Fim, Fiom, Uilm hanno indetto ulteriori quattro ore di sciopero, da tenere entro il 31 luglio quando ci sarà un nuovo incontro al Mise. Nel frattempo blocco degli straordinari a tempo indeterminato.