Sabato 12 febbraio la polizia di New Delhi ha arrestato l’attivista 21enne Disha Ravi, accusandola di far parte di una cospirazione internazionale contro l’India formatasi attorno al sostegno delle proteste contadine nel Paese contro le riforme del settore agricolo volute dal governo Modi.

Ravi, prelevata dagli agenti a Bangalore e tradotta a New Delhi domenica, è un volto noto dell’ambientalismo indiano, organizzatrice delle manifestazioni di Fridays for Future India. I giudici hanno disposto cinque giorni di detenzione, a partire dal 14 febbraio.

Secondo le autorità, Ravi avrebbe contribuito a redigere e diffondere il «toolkit» di sostegno alle manifestazioni dei contadini reso celebre dal tweet dell’attivista ambientalista Greta Thunberg.

Su cosa sia effettivamente questo «toolkit» cozzano l’interpretazione della polizia indiana e quella della rete di attivisti che da settimane ha contribuito a promuovere a livello internazionale le manifestazioni dei braccianti.

Il documento, ancora accessibile online cliccando sul link del tweet del 3 febbraio di Thunberg, non è altro che una raccolta di indicazioni da seguire per contribuire alla causa dei contadini indiani: si va dall’elenco di hashtag usati dal movimento al consiglio di chiamare o spedire email al rappresentante in parlamento della propria zona, così da aumentare la pressione internazionale sull’esecutivo indiano.

Niente di nuovo, insomma: ogni mobilitazione transnazionale scrive e diffonde documenti simili per meglio coordinare gli sforzi globali verso la propria causa.

Per la polizia di New Delhi, invece, si tratterebbe di un documento sovversivo ispirato da un’organizzazione non governativa basata in Canada, legata al separatismo khalistano (per la creazione di uno stato indipendente di fede Sikh, ndr), la Poetic Justice Foundation. Accuse che la fondazione ha sempre negato.

Ravi, dice la polizia di New Delhi, avrebbe partecipato a una Zoom call con alcuni membri della fondazione e avrebbe contribuito ad aggiornare il «toolkit» con alcune modifiche. Nella medesima chiamata si sarebbero collegati anche altri due attivisti, Nikita Jacob e Shantanu Muluk, per cui la polizia ha spiccato ieri due mandati d’arresto.

Da settimane la polizia di New Delhi, direttamente controllata dal ministero degli interni federale, sta costruendo un caso attorno al «toolkit» diffuso da Thunberg, collegando il documento agli scontri tra agenti e manifestanti del 26 gennaio. Per lo Special Commissioner della polizia di New Delhi, Praveer Ranjan, il «toolkit» inciterebbe a una «guerra sociale, economica, culturale e regionale contro l’India».

Tutte le opposizioni, dall’India National Congress fino al Partito comunista indiano (marxista), da ieri hanno denunciato l’arresto di Ravi come l’ennesima «persecuzione e intimidazione indebita» contro chi, dalla società civile, si oppone al governo Modi.