«Lo ribadiamo, Cuba non farà concessioni sulla propria sovranità e indipendenza. Né negozierà i suoi principi accettando condizionamenti»: il messaggio, indirizzato a Trump e alla sua politica di aperta intromissione nella politica cubana, è stato al centro dell’intervento col quale il primo vicepresidente Miguel Díaz-Canel ha celebrato, domenica a Santa Clara, il cinquantennale della caduta in combattimento in Bolivia di Che Guevara.

Nella città che fu liberata dal Che nella guerra contro la dittatura di Fulgencio Batista, e che ospita il suo mausoleo, in piazza 70.000 persone, comprese una serie di delegazioni straniere. Il compito di celebrare il primo omaggio al “Guerrilliero Heroico” senza la presenza di Fidel è stato affidato al probabile successore di Raúl Castro, il quale ha annunciato che lascerà la presidenza il prossimo febbraio.

«I cambiamenti necessari a Cuba, li sta decidendo sovranamente il popolo cubano» ha affermato Díaz-Canel. Intanto una delegazione cubana partecipava in Bolivia alla marcia per il Che, organizzata con l’appoggio e la partecipazione del presidente Evo Morales, nella località di La Higuera, dove Guevara fu catturato e ucciso.