Un’alleanza post-voto tra M5S e Lega? «So che oggi Salvini ha smentito questa possibilità. Lo faccio anche io così avete una doppia smentita». Il leader pentastellato Luigi Di Maio, in conferenza stampa a Londra al termine del suo giro di incontri con gli investitori stranieri, ripete che M5S, senza una maggioranza uscita dalle urne, farà «un appello pubblico a tutti i partiti», perché «Forza Italia e Pd non avranno i numeri» e «senza di noi sarà difficile trovare gli incastri».

In privato, davanti a una platea di investitori riuniti in club di Knightsbridge, secondo quanto ascoltato (o forse capito) da un presente che lo ha riferito alla Reuters, il capo politico del Movimento si sarebbe spinto a prevedere una maggioranza quadriparito: «Di Maio ha detto ripetutamente che se non avrà seggi sufficienti per governare da solo, vede la probabilità di una maggioranza di governo a 4 costituita da M5S, Pd, Forza Italia e Lega».

Sicuramente il leader grillino ha cercato di essere il più possibile rassicurante. I rapporti con l’Ukip di Nigel Farage? Dopo la Brexit ora il Movimento 5 Stelle si trova «dall’altra parte, noi vogliamo restare nell’Unione europea», assicura sottolineando come nel parlamento europeo i pentastellati abbiano trovato convergenze «anche con partiti tradizionali». E per quanto riguarda lo sforamento del tetto del 3% del rapporto deficit/Pil, grazie a un programma di risparmi da ottenere attraverso «la spending review di Cottarelli» e con una revisione della politica fiscale, «potrebbe anche non essere necessario sforare il 3%, che comunque io non ritengo debba essere un tabu». Abbastanza per far inorridire Salvini ancora prima che esca il «retroscena» Reuters: «Di Maio sta tradendo, sta cambiando idea su tutto. Ha abbandonato le battaglie di Grillo, va a baciare le pantofole dei poteri forti, cambia idea sullo ius soli, sulle tasse, sull’immigrazione, sull’Europa. Noi non andremo mai al governo con la sinistra, coi 5 stelle, con nessun altro, non tradiremo». Dal Pd a sera interviene invece Matteo Richetti: «Rassicuriamo i nostri elettori: il Pd non farà mai accordi con gli estremisti e i populisti». E a questo punto Di Maio scrive su Fb: «Quanto riportato dalla Reuters non corrisponde al vero. Agli investitori ho ribadito ciò che ho sempre detto», sull’appello a tutte le forze politiche, «invitandole a convergere sui temi e sulla nostra squadra di governo, senza alleanze, inciuci o scambi di poltrone di governo».

Capitolo a parte, le liste infarcite di candidati provenienti da altri partiti, dal Pd come dalla Lega o dall’Mpa e anche con passate esperienze amministrative, in contrasto con il regolamento. Di fronte al malumore della base, Di Maio ribatte: «Abbiamo aperto liste e fatto arrivare persone che porteranno competenze, storie personali ed entusiasmi. I giornali fanno le pulci ai nostri candidati quando di là c’è ’Giggino ’a purpetta’».