«Mentre i partiti piazzeranno i soliti professionisti della poltrona nei listini bloccati, il Movimento 5 Stelle continua con il percorso delle parlamentarie». Comincia così il messaggio col quale lo staff grillino corregge alcuni dei bug del sistema che hanno impedito a molti iscritti di portare a termine l’iter per l’auto-candidatura. Anche una rettifica, nota tecnica quasi per addetti ai lavori, diventa occasione di ribadire il messaggio promozionale. Così, quello che qualcuno definisce casting, che per altri è semplice cooptazione di qualche volto noto e che per Luigi Di Maio è la vera e propria apertura delle liste alla «società civile» marca la sua presenza quotidiana. Insomma, il gioco delle (auto)candidature, nuovo format dei 5 Stelle, tiene banco, invita al toto-nomi e tra ammissioni, ipotesi e polemiche detta i tempi all’agenda dei media.

Ieri sono arrivate le prime conferme ufficiali. I giornalisti Gianluigi Paragone ed Emilio Carelli hanno ammesso di avere accettato di candidarsi. «È bello sentirsi parte di una comunità. È bello sognare un cambiamento e provare a realizzarlo assieme. Io ci sono. Ma come sempre si fa quando si riparte dal via non si può pensare di andare da soli. Caro Movimento, vi va se cammino con voi?», ha scritto Paragone sulla sua pagina Facebook. Più compassato il messaggio dell’ex volto di Tg5 e Sky Carelli. «Nei giorni scorsi – afferma – ho deciso di iscrivermi al M5S e di candidarmi per le prossime elezioni. Da diversi mesi mi sono avvicinato al Movimento, conquistato dai valori di una forza politica giovane che si ispira a principi come l’onestà, la trasparenza, il merito e la competenza, negli ultimi anni rari a trovarsi in politica. Ho scelto di contribuire con la mia esperienza mettendo a disposizione le mie competenze nel mondo dell’informazione, sviluppate in quasi quarant’anni di professione».

Sarà della partita anche Max Viggiani, speaker della radio privata Rtl 102.5. Dal M5S smentiscono la notizia circolata nei giorni scorsi: non si candiderà Vittorio Di Battista, padre di Alessandro con un trascorso nell’estrema destra. Sarebbero invece pronti a scendere in campo anche l’esperto di informazione online Pier Luca Santoro e la psicologa Maria Rita Parsi. Entrambi avevano partecipato come relatori, nello scorso aprile, a «Sum 01», convention sul futuro organizzata a Ivrea da Davide Casaleggio in memoria del padre Gianroberto. Formalmente non era stato presentato come un evento del M5S, gli organizzatori ci avevano anzi tenuta a non dargli un senso direttamente politico. Ma era servito a rafforzare la posizione del giovane Casaleggio di fronte ai media e negli equilibri del nuovo corso pentastellato.

Ieri Luigi Di Maio si trovava in Trentino. Prima ha elogiato il sistema delle cooperative. Poi ha avuto parole d’elogio per le aziende. «Gli imprenditori chiedono prima di tutto di essere lasciati in pace e di produrre lavoro per questo paese», ha detto facendo tappa a Isera di Rovereto. Di Maio ha poi ribadito la necessità di fermare il «business dell’immigrazione» distinguendo tra rifugiati e migranti economici. La sua corsa elettorale da ieri ha un’ostacolo in meno, visto che il tribunale di Roma ha accolto la richiesta di giudizio immediato presentata da Virginia Raggi. In virtù di questa mossa, la prima udienza è fissata per il 21 giugno, a distanza di sicurezza dalle elezioni. Entro quel giorno Raggi inaugurerà la stazione San Giovanni della linea C della metropolitana romana? È un’ipotesi volta a rassicurare gli elettori sulla capacità di governo dei grillini. L’avanzamento dell’eterna incompiuta di una casella era atteso da tempo, ma la notizia ha attirato le polemiche degli altri partiti. Il capogruppo in Comune Paolo Ferrara però rifiuta ogni accostamento: «La coincidenza tra l’apertura della stazione e le elezioni è la solita fake news».