Hanno fatto tutto da soli, via twitter. E alla rete prescelta – dettaglio ancora da definire – non resterà che ringraziare per l’evento tv che sarà regalato dagli stessi protagonisti decisi a sfidarsi la sera del 7 novembre, due giorni dopo le elezioni siciliane, in un faccia a faccia che promette scintille.

A lanciare la sfida, con un cinguettio delle 15.47, il leader dei 5 Stelle Luigi Di Maio: «Non è una fake news: Matteo Renzi ha un accordo per spartirsi la Sicilia e l’Italia con Berlusconi. Voglio un confronto tv dopo il 5. Ci stai?». Alle 17.24 arriva la risposta: «Ok Di Maio accolgo la tua sfida. Mi va bene martedì 7 novembre. Decidiamo se farlo in Rai o su altra rete televisiva. Io ci sono».
La data scelta dal segretario del Pd è altamente evocativa, a cento anni tondi dalla Rivoluzione d’ottobre. Ma Matteo Renzi dimostra coraggio a accettare il confronto perché nessuno scommette sulla presa del palazzo d’Orléans – sede della presidenza della regione Sicilia – da parte del rettore Fabrizio Micari, candidato governatore di Pd e Ap. Anzi, Micari è dato terzo ma non si esclude nemmeno che possa arrivare quarto, dopo Nello Musumeci (centrodestra) Giancarlo Cancelleri (Movimento 5 Stelle) e Claudio Fava (sinistra).

Il segretario dem però ha già derubricato quello siciliana a test locale ed è lanciatissimo verso le elezioni politiche, deciso a sfidare i 5 Stelle sul loro stesso terreno, dalle banche ai vitalizi, con rinnovata furia rottamatrice. E deciso a incoronare proprio Di Maio come suo antagonista, a polarizzare la sfida con i grillini avendo già messo in conto eventuali larghe intese con Berlusconi.

Se la data del match sembra decisa, la rete ancora non lo è. Dopo il tweet di Renzi, Di Maio risponde a stretto giro: «Va bene martedì 7 novembre da @diMartedi con Giovanni Floris. È la più vista in prima serata. Saluti dalla Sicilia: qui il 5 novembre si vota» (tanto per sottolineare che il segretario dem sull’isola non si è fatto praticamente vedere evitando di mettere la faccia sulla sconfitta annunciata).
A questo punto al Nazareno devono aver cominciato a rimuginare: perché proprio Floris? Solo perché è «la più vista», come dice il pentastellato, o forse perché il giornalista ha qualche conto in sospeso con l’ex premier? Tant’è: a un certo punto si inserisce nella conversazione il portavoce di Renzi, Marco Agnoletti: «Per il confronto proponiamo la Rai perché è dei cittadini, non di un privato. Ma pronti a valutare tutte le proposte #7novembre».

La Rai si butta subito a pesce, con un comunicato che offre lo spazio di #Cartabianca su Raitre non «per una questione di concorrenza tra programmi d’informazione (i cui ascolti sono peraltro sostanzialmente in equilibrio)» – tiene a rimarcare l’azienda rispondendo indirettamente a Di Maio che aveva invece assegnato il primato Auditel a La7 – ma perché «si tratta di scegliere una sede che rappresenti al meglio la storica vocazione informativa del servizio pubblico». E allora perché non optare per la terza camera, Porta a Porta? Ovviamente si fa avanti anche Bruno Vespa e viale Mazzini ufficializza l’invito offrendo uno speciale martedì in prima serata. Pure Corrado Formigli offre la sua Piazzapulita, che però va in onda il giovedì e su La 7. L’editore Urbano Cairo ricorda però ai dem che non vogliono «il privato» che «i dibattiti delle primarie Pd sono stati fatti da Sky benissimo».

Mentre reti e conduttori sgomitano, la macchina è avviata tanto che il portavoce di Renzi invita il capo della comunicazione dei 5 Stelle, Rocco Casalino, a un incontro per definire le «regole d’ingaggio» del duello. Insomma, a quanto pare verrà consegnata una serata tv chiavi in mano. I due leader sono già gasatissimi e stanno invitando le rispettive tifoserie a piazzarsi davanti al piccolo schermo, martedì sera.