Mentre Giuseppe Conte gira per le piazze, con risultati alterni, e temporeggia sugli organigrammi del Movimento 5 Stelle, la prima mossa la fa Beppe Grillo: a lui spettava proporre la rosa dei candidati per il comitato dei garanti, l’organismo che vigila sull’identità del Movimento 5 Stelle e che funge da corte suprema per funzionamento e disciplina interna. Come ci si aspettava il fondatore ha proposto alcuni dei big che non lo avevano scaricato durante i giorni del duro scontro con Conte e che al tempo stesso più si erano impegnati per trovare una mediazione, nella convinzione che una rottura con l’ex presidente del consiglio avrebbe semplicemente distrutto il M5S, lasciando sul terreno una battaglia senza vincitori né vinti. Da qui la ricucitura.

Si tratta di Luigi Di Maio, Roberto Fico, Virginia Raggi, la capodelegazione M5S al parlamento europeo Tiziana Beghin, la presidente della commissione bilancio alla camera Carla Ruocco e del consigliere regionale umbro Andrea Liberati. Gli iscritti voteranno su SkyVote giovedì 16 settembre, col sistema della doppia preferenza di genere. «Ho dato la mia disponibilità a Beppe Grillo per essere inserito nella rosa di nomi -conferma il presidente della camera Roberto Fico – Il comitato sarà un organo terzo che sovrintenderà alla corretta applicazione dello Statuto e avrà un ruolo significativo per il funzionamento e il nuovo corso del M5S con alla guida Giuseppe Conte».
Si tratta di ingrediente importante, un pezzo degli equilibri del nuovo M5S Le nuove regole che verranno proposte dal capo politico dovranno passare il vaglio del comitato dei garanti. Solo se questi dovessero esprimersi in senso negativo, allora verrebbe interpellata la base. Gli occhi dei parlamentari sono puntati sulla regola del tetto dei due mandati contenuta nel codice etico. Infatti, gli eletti che sono al primo giro borbottano in chat, convinti che con una composizione del genere, tutta legata alla vecchia guardia grillina, difficilmente qualcuno eccepirebbe sulla modifica in senso estensivo del numero dei mandati. Cioè la prima decisione di peso che Conte si troverà a dover prendere, se non altro per dissipare la sensazione di incertezza che aleggia sulla truppe alla camera e al senato, anche in vista del finanziamento della nuova struttura.

Oggi, intanto, Conte incontrerà il ministro della transizione ecologica Roberto Cingolani. Scelto da Grillo e considerato in quota M5S nel governo (di più: il viatico dell’ingresso dei 5 Stelle nella maggioranza Draghi) ma contestatissimo dai gruppi per le sue posizioni su nucleare e ambientalismo. In serata, poi, l’ex premier apparirà con Di Maio e Raggi a Torre Angela, quartiere dell’estrema periferia orientale di Roma, al di là del Grande raccordo anulare. Segno ulteriore che la rincorsa della sindaca punta molto sulle periferie e cerca di avvalersi dei volti noti del M5S.