Beppe Grillo non ha bisogno di consigli. Però qualcuno dovrà pur suggerire ai suoi sottoposti, specie quelli più in vista, come Luigi Di Maio, a contare fino a nove milioni prima di emettere un fonema, o di mettere due righe per iscritto sui social dove è più facile lasciarsi andare. Se non altro per rispetto al numero degli elettori che oggi sarebbero anche disposti a dargli il voto. E, in questo caso, per rispetto della più numerosa comunità straniera presente in Italia (i rumeni sono 1 milione e 151.395, il 22,9% di tutti gli stranieri residenti). Cosa ha detto questa volta? Per il vice presidente della Camera più gaffeur della storia repubblicana, “l’Italia ha importato dalla Romania il 40% dei loro criminali”.

Dunque se la matematica non è un’opinione, Luigi Di Maio, preso in contropiede dal suo solito afflato giustizialista, ha lasciato intendere che mezzo milione di rumeni stia mettendo a ferro e fuoco la penisola che ha esportato il brand criminale più noto nel mondo (basta un film di Scorsese). Possibile? La castroneria istintivamente razzista – se meditata – forse serviva a recuperare sul terreno della cattiveria xenofoba, proprio nei giorni in cui il tenero ministro degli Interni Minniti stava per licenziare il suo decreto legge razziale contro i migranti. Se è così, ci è riuscito alla grande. Tanto che il suo post alla Trump ha scatenato le reazioni delle autorità rumene e di tutto l’arco parlamentare (e di centinaia di persone che non l’hanno presa bene, tra cui molti elettori dei cinque stelle). “Quanti minestroni che fai caro Di Maio! Un po’ meno improvvisazione e più professionalità. Ti stai scavando la fossa da solo. Chi vuoi che ti voglia capo del governo! Neppure Grillo” – se la ride Marina tra centinaia di post meno educati.

Il nostro, travolto dalle critiche, comprese quelle di moltissimi esponenti del Pd – come dire il bue che dà del cornuto all’asino – invece di chiedere scusa ha rilanciato con un compitino di sociologia criminale piuttosto spicciola: “C’è un fatto, che è inopinabile: il 40% dei ricercati con mandato internazionale emesso da Bucarest si trova in Italia. Non lo dico io, lo disse nel 2009 l’allora ministro rumeno della giustizia, dato confermato l’altro giorno dal procuratore di Messina Ardita. Motivo per cui non ho nessun motivo di mettere in dubbio questa affermazione”.

Ma allora significa che il 40% dei ricercati, anche in assenza del numero assoluto di questi ricercati, è un dato che sarebbe meglio non accostare con troppa leggerezza a tutti gli immigrati rumeni. Per di più è un dato del 2009, rispolverato con la peggiore delle intenzioni come farebbe un Matteo Salvini qualsiasi. Non è la prima volta che i pentastellati ci cascano. L’aspirante primo ministro, a sua giustificazione, lascia intendere che voleva stigmatizzare le inefficiente del sistema giudiziario che rischia di attirare manovalanza criminale. Ma ormai la frittata è fatta.

Gli unici titolati a protestare sono i rumeni stessi. L’ambasciatore George Gabriel Bologan, con una lettera inviata al quotidiano La Stampa, si dice preoccupato e anche offeso. “La comunità romena è ben integrata, apprezzata per la sua presenza nel tessuto sociale italiano, per il contributo in vari campi. Molti dei miei onesti cittadini sono sui cantieri e i datori di lavoro li apprezzano e vogliono continuare a collaborare con loro, altri portano sollievo e assistenza a tante persone sole e immobilizzate, altri, medici e infermieri, fanno arrivare la speranza e il sorriso ai malati, altri che sono ingegneri, insegnanti, ricercatori, artisti, portano il loro contributo allo sviluppo del paese che hanno scelto per affinità culturale e spirituale”. Più diretto Eugen Tertelac, presidente dell’Associazione romeni d’Italia. “Purtroppo – ha dichiarato – ci sono soggetti che fanno queste dichiarazioni populiste. Non mi riferisco a tutto il Movimento 5 Stelle, perché ci sono tanti militanti che penso non condividano le sue frasi. Secondo me ha sbagliato e dovrebbe chiedere scusa alla comunità rumena”.

Del Pd, che nel 2007 inaugurò la caccia al rumeno in seguito a un delitto commesso a Roma – Veltroni voleva espellere i rumeni dall’Italia per rimandarli non si sa dove visto che sono europei – riportiamo solo la dichiarazione della ministra Anna Finocchiaro: “Di Maio denigra intere comunità, noi approviamo leggi per maggiore integrazione dei migranti. Solo includendo avremo sicurezza e condivisione”. Perché si commenta da sola.