Preoccupazione tra le forze politiche italiane per l’ulteriore peggioramento della crisi in Ucraina dopo le parole di Putin che ieri sera, nonostante i ripetuti inviti di Ue e Usa a non farlo, ha annunciato il riconoscimento delle repubbliche di Donetsk e Luhansk. Per il segretario del Pd Enrico Letta, che ha chiesto la convocazione immediata del parlamento, si tratta di «un fatto senza precedenti in Europa» al quale l’Europa deve rispondere «con durezza» per una «situazione senza ritorno, gravissima».

Allarme per gli ultimi avvenimenti è stata espressa anche da Forza Italia, con Silvio Berlusconi che in serata convoca il coordinatore nazionale Antonio Tajani e i capigruppo di Camera e Senato, Annamaria Bernini e Paolo Barelli mentre il leader di 5 Stelle Giuseppe Conte il riconoscimento del Donbass «costituirebbe una compromissione dell’attuazione degli accordi di Minsk e introdurrebbe un grave ostacolo sulla strada del dialogo tra le parti».

Richieste di riferire al più presto in parlamento arrivano al premier Mario Draghi e al ministro degli Esteri Luigi Di Maio da parte Nci, Fratelli d’Italia e dalla senatrice di LeU De Petris. Da parte sua Matteo Salvini ha chiesto di «non regalare la Russi alla sfera di influenza cinese».

Per il governo interviene in serata Luigi Di Maio definendo il riconoscimento da parte della Russia delle due repubbliche separatiste «un grave ostacolo nella ricerca di una soluzione diplomatica». «L’Italia è in massima allerta per affrontare gli eventi con la massima preparazione» ha detto il ministro. Per tutto il giorno alla Farnesina si è lavorato per organizzare il rientro in patria degli italiani che ancora si trovano in Ucraina. L’ambasciata a Kiev resterà operativa per fornire ogni tipo di assistenza, ma con la progressiva sospensione dei collegamenti aerei da Kiev da parte delle compagnie europee, Roma chiede di muoversi il prima possibile.