Rafforzare la cooperazione con la Libia per fermare il flusso dei migranti in cambio di aiuti all’economia del Paese. E’ l’obiettivo del viaggio compiuto ieri nel paese nordafricano dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio con il collega maltese Evarist Bartolo e il commissario Ue al Vicinato e all’Allargamento Oliver Varheley. Lunedì prossimo il premier libico Abdul Hamid Dbeibah sarà a Roma per partecipare a un forum economico alla Farnesina con alcune aziende italiane, primo passo della collaborazione con la Liba.

Ma è alle frontiere sud del Paese, che Italia e Europa vorrebbero un maggior controllo. Duemila chilometri di confine in comune con cinque Paesi «(Algeria, Niger, Ciad, Sudan ed Egitto) ma soprattutto punto di passaggio delle carovane di migranti dirette verso al costa. Interrompere questo flusso che l’Italia ritiene possibile solo garantendo una stabilità politica al paese, è il vero obiettivo della missione. «E’ molto importante – ha spiegato Di Maio – passare da una logica incentrata esclusivamente al controllo della frontiera marittima a una strategia più ampia che includa la capacità di controllo degli ingressi dalla frontiera sud». Abbastanza scontato, da parte del nostro ministro degli Esteri, il richiamo al rispetto dei diritti umani dei migranti che viene fatto ogni volta che si ha che fare con le autorità libiche.

Intanto a Lampedusa sono ripresi gli sbarchi in massa: sette in ventiquattro ore che hanno portato sull’isola 369 persone. Complessivamente nell’hotspot di Contrada Imbriacola si trovano ora 37 migranti a fronte d una capienza massima di 250. Ieri sono l’isola è arrivata una delegazione del ministro dell’Interno guidata dal prefetto Michele Di Bari, capo del dipartimento Libertà civili e Immigrazione che ha incontrato il sindaco dell’isola Totò Martello e l’assessore regionale alle Autonomie locali. Marco Zambuto.