«Il 16 maggio è una data auspicabile per superare il coprifuoco, ma ovviamente non è un liberi tutti. Ci siamo passati altre volte»: è stato il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, ieri, a mettere sul tavolo una data precisa per allentare la misura sopravvissuta finora al cannoneggiamento quotidiano di Lega e Fratelli d’Italia. «Tutti vogliamo uscire dall’incubo – ha aggiunto -. Il tema è superare il coprifuoco per non rientrarci dopo pochi mesi». E sull’ex alleato: «Il metodo Salvini lo capisco, c’è una legittima competizione nel centrodestra ma non è giusto che la si porti nel governo Draghi. Dire ogni giorno di voler posticipare il coprifuoco non serve a cambiarlo, bisogna impegnarsi per farlo».

Il leader del Carroccio ieri è tornato a insistere: «Nel prossimo Cdm i ministri della Lega chiederanno il ritorno al lavoro in sicurezza per tutti e no al coprifuoco, che qualcuno voleva confermare fino a giugno o addirittura a luglio. Gli esponenti leghisti chiederanno il ritorno al lavoro al chiuso e all’aperto, di mattina e di sera». Il braccio di ferro sul tema aveva già creato alta tensione all’interno della maggioranza di governo.

Il 27 aprile FdI ha fatto votare alla Camera il suo ordine del giorno sull’abolizione del rientro alle 22 (la prossima settimana al Senato presenteranno una mozione analoga), Salvini aveva reagito promuovendo una petizione. Lega e Forza Italia, subito prima del voto in Aula, si erano riunite facendo nascere la sigla «destra di governo». Arrivati alla conta, si erano astenute per non lasciare le piazze a Giorgia Meloni ma provocando uno strappo con il resto delle forze di governo. Che, intanto, avevano portato a casa l’odg che impegnava l’esecutivo a rivalutare la misura a maggio. Il ministro 5S Stefano Patuanelli allora aveva chiosato: «È tutto come abbiamo sempre detto in cabina di regia: ci sarà un tagliando tra due o tre settimane alla luce dei nuovi dati».

Ieri Patuanelli ha sottolineato: «Qualcuno usa la pandemia per fare propaganda politica e in questo c’è una certa incoscienza. Sul coprifuoco guardiamo i dati e poi decidiamo. Abbiamo fatto aperture dal 26 aprile, servono 2, 3 settima di monitoraggio per capire come incideranno sui contagi. Su quei dati faremo una valutazione. Prendere una posizione adesso significa fare una scelta politica su una gestione di carattere sanitario». E il senatore di Leu, Francesco Laforgia: «Non allenteremo il coprifuoco grazie alle sparate di Salvini e alla sua ossessionante litania di queste settimane, bensì grazie al miglioramento della situazione sanitaria»

Da Fi si è fatto sentire il capogruppo alla Camera, Roberto Occhiuto: «Forza Italia chiederà che il coprifuoco venga spostato alle 24 o cancellato. Non si tratta di una bandierina ideologica: se si riduce il tempo nel quale possono uscire gli italiani, probabilmente gli assembramenti si fanno con più facilità. Chiederemo, inoltre, certezza sulla data delle riaperture. Pensiamo, ad esempio, al settore del wedding che è ancora fermo».

Un allentamento delle restrizioni è quanto chiedono anche i governatori: «La Conferenza delle regioni – spiega il presidente leghista del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fredriga, che presiede la Conferenza – ha sempre votato all’unanimità la proposta di spostamento del coprifuoco almeno alle 23, scelta unanime fatta da tutti i governatori d’Italia». E sull’accusa di spostare le regioni sulle posizioni di Salvini: «Trovo fastidioso che, quando la Conferenza dice qualcosa che alcuni partiti condividono, si dica che io ho piegato la Conferenza a un volere politico. Se ci sono forze che aderiscono a queste proposte io posso solo essere contento».