Il vicepremier 5S Luigi Di Maio, finite le europee, ieri si è allineato di nuovo all’alleato leghista in tema di migranti: «Incoscienti questi delle Ong che utilizzano una barca a vela per andare in Libia, prendere delle persone e venire in Italia. Le Ong hanno trovato il loro palcoscenico. I parlamentari del Pd si stanno già mettendo il costume per salire su quest’altra nave».

La guerra civile è armai alle porte di Tripoli, nel centro di detenzione di Tajoura c’è stata una strage, Di Maio tira dritto: «Le Ong vanno nelle acque Sar libiche, prendono delle persone che potrebbero essere salvate dalla marina libica. Io so che la Marina libica svolge un ruolo, quello delle lotta ai trafficanti, e se ci sono gommoni in difficoltà preleva i migranti e li riporta a terra, in Libia». Anche qui il vicepremier finge di ignorare processi e documenti ufficiali dell’Onu che accertano il reclutamento delle milizie di trafficanti nella Guardia costiera di Tripoli. Pure il movimentista Alessandro Di Battista non vuole sentir parlare delle Ong: «L’accoglienza oggi come oggi non è un valore. Non credo che i flussi migratori siano cose positive, questa frase magari viene additata come razzista. Fino a che non si affronteranno le cause (dell’immigrazione, ndr) non ne usciremo mai. Le tematiche dell’Ong mi annoiano». È Alessandro Metz, armatore di Mediterranea, a ribattere a Di Maio: «Ma come si fa ancora a parlare di intervento della Marina libica? Il problema oggi è l’evacuazione dal paese. Centri di detenzione che vengono bombardati, spari su chi tenta di mettersi in salvo, questo è quello che sta succedendo in Libia».