L’amministrazione Trump si sta confrontando ormai da settimane su sanità ed istruzione: appare chiaro, più di tutto il resto, soprattutto l’intenzione di Trump: cancellare anche il più piccolo elemento di quella che è stata la gestione di Obama. Le cose però, non sembrano andargli benissimo.

DOPO LA VITTORIA PER 4 VOTI alla Camera, i senatori repubblicani hanno riscritto la propria versione del disegno di legge sulla sanità, che al momento sta raccogliendo un’opposizione bipartisan, non solo quindi quella prevedibile democratica; questo è un bel problema in quanto la maggioranza dei repubblicani al senato ha un margine molto più risicato rispetto alla Camera, e per far passare il disegno di legge servono 51 voti: i repubblicani sono 52 su 100.

Al momento l’ ultima versione presentata, ha fatto alcune concessioni sia all’ala repubblicana moderata che a quella più conservatrice; per compiacere i moderati sono stati stanziati 45 miliardi di dollari per far fronte al problema, molto grave negli Usa, della dipendenza da farmaci a base di oppiacei, e la conservazione di due tasse, introdotte dalla riforma di Obama, per le famiglie ad alto reddito, i cui proventi andrebbero a finanziare il programma di Medicaid.

UNO DEGLI SCOGLI rimasti – e che avvicina i repubblicani moderati ai democratici – è il taglio ai centri di Planned Parenthood, entità no profit che forniscono servizi sanitari alle donne, tra cui l’interruzione volontaria di gravidanza, e che si vedrebbero tagliare i fondi federali per compiacere gli anti abortisti del Gop.
Oltre a ciò, alla destra del partito sono state fatte altre due concessioni, e affidate ai due conservatori più radicali, il senatore del Texas Ted Cruz e a Mike Lee dello Utah. I due hanno introdotto una modifica per permettere alle assicurazioni di offrire piani più economici ma con meno copertura o non per persone con problemi di salute pre-esistenti, che non rispettano le regole introdotte da Obama; Cruz e Lee propongono anche di permettere di pagare i premi assicurativi con dei conti speciali per le spese sanitarie, non tassabili, permettendo così alle persone con un reddito alto di sfruttarli come mezzo per pagare meno tasse. Questa gimcana nasce per cercare di compattare un partito che si dipana tra due poli estremi.

SUL FRONTE DELL’ISTRUZIONE, altri problemi: si sta cercando di dare un colpo di spugna agli interventi voluti da Obama, in special modo su un tema delicatissimo come quello degli stupri nei campus universitari. La violenza sessuale nei college è un problema sociale americano ed era stato affrontato dall’amministrazione precedente con interventi decisi; di diverso parere è il nuovo ministro dell’istruzione, la miliardaria Betsy DeVos, che ha invece reso noto di voler cancellare le norme volute dall’amministrazione precedente in quanto penalizzano una parte degli studenti, quelli accusati di stupro che vengono privati dei propri diritti.

DEVOS VORREBBE REVOCARE una lettera del 2011 che introduceva la cancellazione dei finanziamenti federali per i college che non prendevano posizioni disciplinari severe per i colpevoli di stupro, ma non solo: la ministra dell’istruzione sta anche considerando di cambiare lo standard di prove utilizzato per determinare se gli studenti sono responsabili di stupro o meno. Obama chiedeva ai college di adottare una norma di «preponderanza delle prove», vale a dire una soglia inferiore rispetto alla «chiara e convincente» che molte scuole utilizzavano, un modo per proteggere le vittime dall’ulteriore violenza del dover dimostrare nei dettagli di aver subito un rapporto sessuale imposto.

DeVos pensa che ora le vittime di stupro nei campus hanno fin troppe tutele e che questo penalizza dei poveri ragazzi le cui carriere possono essere stroncate per una ragazzata che, senza tante fanfare, si smonterebbe da sola.