Ecco come sono andati i partiti anti-Ue e anti-immigrati, che in alcuni paesi hanno avuto un vero boom: Ukip 27,5% (primo in GB); Partito popolare danese (Df) 26,7% (primo in Danimarca); Fronte Nazionale (Fn) 25% (primo in Francia); Partito della Libertà (Fpoe) 20,5% (terzo in Austria); Jobbik 14,3% (secondo in Ungheria) Partito per la Libertà (Pvv) 13% (terzo in Olanda), Veri finlandesi 12,9% (terzo in Finlandia); Alba Dorata 9,4% (terzo in Grecia); Lega Nord 6,2% (quarto in Italia); Congresso della nuova destra 7,1% (quarto in Polonia); Democratici svedesi 9,7% (quinto in Svezia); Vlaams Belang 4,31% (ottavo in Belgio), Partito nazionaldemocratico tedesco (Npd) 1% (undicesimo in Germania).

Entra il gruppo «satirico»

È il tedesco «Die Partei» (Il Partito), fondato dalla rivista «Titanic» nel 2004, che ha conquistato un seggio e ha annunciato la volontà di fare dimettere ogni mese il suo rappresentante a Strasburgo, lasciando il posto agli altri candidati in lista, per «spremere» meglio l’Ue «come un piccolo Stato del Sud dell’Europa». Questo significa che ognuno dei membri potrà contemplare Bruxelles con 33 mila euro al mese, poi dimettersi e ricevere l’indennità transitoria per sei mesi. Il partito ha ottenuto 84.526 voti, pari allo 0,6%.