Non si può dire che i ragazzi e le ragazze del Coordinamento dei collettivi studenteschi (Ccs) questa volta non si siano preparati per bene. Non hanno scommesso sui numeri – erano solo poche centinaia in corteo – ma comunque hanno voluto scendere in piazza anche ieri mattina dopo aver partecipato alla pirotecnica manifestazione che giovedì sera si era spinta fino alla fiera con l’obiettivo di “assediare” il raduno fascio-leghista dell’Europe of nation and freedom (Enf). In pochi a Milano – con la politica istituzionale indaffarata ad infilarsi le dita negli occhi per le “primarie più belle d’Italia” – hanno percepito la portata non solo simbolica del convegno che ha radunato le destre xenofobe d’Europa che pendono dalle labbra di Marine Le Pen. E in parte anche di Matteo Salvini, l’enfant prodige dell’ex Padania che ha costruito l’appuntamento per consacrarsi come una delle principali figure del progetto politico che punta a disgregare l’Europa, con parole semplici e popolari – anche grazie al suicidio delle “sinistre” europee incapaci di articolare un pensiero alternativo alla deriva securitaria e razzista.

Salvini, durante la due giorni di nazionalismo in salsa padana (per i leghisti la contraddizione non esiste), ha ripetuto più volte “qui non c’è nessuna internazionale nera”, poi quasi è svenuto quando il leader del partito fiammingo belga Van Grieken ha salutato la platea con un inequivocabile “camerati!”. L’imbarazzante francesismo è stato applaudito e fischiato da pochi. Ma sono dettagli. Il passaggio dal leghismo nostrano alla destra radicale ormai è avvenuto e il capo sta già passando alla seconda fase sulle orme di Marine Le Pen, che in pochi anni è riuscita a ripulire l’immagine del Front National. Meno sparate razziste – Salvini già dice che gli immigrati non clandestini sono “fratelli” – e più attenzione al mondo del lavoro.

Gli studenti dei Collettivi studenteschi in questi giorni hanno imparato anche questa lezione ascoltando lo scrittore francese Jean-Baptiste Malet, l’autore del libro Derrière les lignes du Front che ha partecipato ad un’assemblea in preparazione delle mobilitazioni anti razziste e anti fasciste. Ci ha messo un anno per indagare il dietro le quinte di un partito che rimane sostanzialmente fascista nonostante la “vetrina ripulita” allestita dalla figlia di Jean Marie Le Pen. Però non erano tanti gli studenti che ieri mattina si sono mossi da piazza Cairoli, peccato. Ma questo è un problema per tutti coloro che ancora faticano a mettere a fuoco una realtà drammatica mentre la crisi dei migranti sta precipitando e nuovi nazionalismi disgregano il vecchio continente, proprio negli stessi giorni in cui l’Europa chiude le frontiere e la destra più xenofoba si presenta a Milano per annunciare “noi siamo pronti a governare”.

L’avversario è insidioso e si smarca dall’accusa di fascismo dicendo “noi svolgiamo anche un’opera a difesa del lavoro, quello che dovrebbero fare la sinistra e i sindacati, ci sostituiamo anche a quelle cosiddette sinistre che di lavoro non si occupano più, si occupano però di tutelare i loro amici banchieri”. Si può anche controbattere a Salvini giocando di rimessa come fa Paolo Ferrero (Prc): “Salvini fa proprio il mestiere della destra, che è quello di dividere i lavoratori in modo da permettere ai padroni di sfruttarli meglio. Quanto ai banchieri, la Lega ha votato a favore di tutti i trattati europei che hanno costruito l’Europa come paradiso dei banchieri: ha votato il trattato di Maastricht, il trattato di Lisbona e anche il pareggio di bilancio in Costituzione. Salvini ha favorito i banchieri e divide i lavoratori, come fa ogni destra fascistoide”. Ma ormai non basta, o non funziona più.

Guarda avanti la leader del Front National. Lo spiega in conferenza stampa, l’atto finale di un convegno inquietante perché prefigura uno scenario di cui ogni giorno si intravedono le premesse. “L’arrivo al potere nei nostri paesi fa parte del futuro, sta a noi far sì che accada il più presto possibile. La nostra lotta è difficile, ma vediamo che un’elezione dopo l’altra sempre più cittadini si fidano di noi. E l’unico alleato di cui abbiamo bisogno è il popolo”. Tutti i leader credono che presto tornerà l’Europa delle nazioni. “C’è una specie di opinionismo fascista di sinistra che scredita le nostre idee e che ci mette all’angolo – ha spiegato l’austriaco Strache della Fpo – ma noi siamo i difensori della normalità in Europa”. Si spiega meglio il capo del Pvv olandese, Wilder: “Siamo di fronte a una minaccia esistenziale per la nostra civiltà, occorre reagire, ecco perché siamo riuniti a Milano: per dare un messaggio di forza ed unità, per salvare le nostre nazioni e fermare l’islamizzazione della società”. Poi Salvini tranquillizza i giornalisti: “Ma non chiamateci estrema destra”. Zia Marine è orgogliosa del suo ragazzo.