In soli due giorni nei cinema statunitensi il film d’animazione Batman: The Killing Joke – prodotto da Warner Brothers e distribuito da Fathom Events – ha stabilito un record stagionale, incassando quasi quattro milioni di dollari. L’adattamento della graphic novel di Alan Moore e Brian Bolland del 1988 – in cui il «supercattivo» Joker è doppiato da Mark Hamill (il Luke Skywalker di Guerre stellari) – ha suscitato però accese polemiche per il «trattamento» di una dei protagonisti: Batgirl ovvero Barbara Gordon, la figlia del commissario di Gotham City da sempre alleato di Batman.

Ventotto anni fa, l’uscita di The Killing Joke cambiò per sempre la storia di Batman, fornendo a Joker una «origin story» poi entrata nel canone – la sua mostruosa follia è dovuta alla morte della moglie, al suo fallimento come stand-up comedian e alla caduta in una vasca di agenti chimici che lo lasciano per sempre sfigurato – e partecipando insieme ai contemporanei Batman: Anno uno e Il ritorno del cavaliere oscuro di Frank Miller alla svolta cupa e inquietante dell’uomo pipistrello che sarebbe poi confluita anche nelle sue incarnazioni cinematografiche.

Col tempo però si è consolidata una visione fortemente critica del lavoro di Moore proprio per il suo trattamento di Barbara Gordon, brutalizzata da Joker che le spara – lasciandola paralizzata – e manda a suo padre Jim delle foto di lei nuda e piangente per provare la sua tesi: che «una brutta giornata» possa far impazzire anche il migliore degli uomini. La sofferenza di Barbara si trovava così a essere niente più che un mezzo: della vendetta di Joker, per mettere alla prova la tenuta morale del padre, per scatenare la vendetta dell’uomo pipistrello, che nel celebre finale vive un momento di rivelante sintonia con la sua nemesi, con cui si trova agli estremi opposti della medesima follia.

Forse per ovviare alla marginalità strumentale a cui viene relegata Batgirl nel fumetto, il regista Sam Liu e lo sceneggiatore Brian Azzarello hanno ampliato nel lavoro d’animazione la sua parte nella storia. Nel film appena uscito Barbara vive infatti una relazione tormentata con Batman, completa di rapporto sessuale, e prende la sofferta decisione di abbandonare il suo alter ego dopo aver commesso una serie di errori.
Una scelta che, sostengono gli oppositori del film, non fa che acuire il «peccato originale» di The Killing Joke, e cioè la visione misogina che fa di Barbara un personaggio impotente e strumentale alle scelte degli unici veri eroi: gli uomini.