«Prima di partire procurami le seguenti riproduzioni per la lega dei giovani pittori tedeschi in previsione della mostra generale di maggio, se non prima: Picasso 17 per 81, rosso; Van Gogh 5 per 42, bianco; Rubens 15 per 204, blu e giallo; le nostre preghiere sono con te». Queste righe sono in una lettera scritta da un mercante d’arte ebreo di San Francisco al suo socio in affari a Monaco di Baviera. Poche parole, in apparenza innocenti, che costeranno la vita a uno dei protagonisti dell’opera teatrale Destinatario sconosciuto che il regista e attore Rosario Tedesco metterà in scena con Nicola Bortolotti lunedì 24 gennaio al Teatro Bonci di Cesena in collaborazione con ERT / Teatro Nazionale con la classe di canto del Conservatorio Bruno Maderna preparata da Alda Caiello in occasione della Settimana della Memoria (ore 21, durata 55 minuti, ingresso gratuito con prenotazione a info@teatrobonci.it, mascherina FFP2 e Green Pass rafforzato). 

Ambientato tra San Francisco e Monaco di Baviera tra il 12 novembre 1932 e il 3 marzo 1934, il romanzo epistolare Destinatario sconosciuto di Katherine Kressmann-Taylor è l’elogio della vendetta. Nelle nostre società occidentali il desiderio di vendetta è considerato un impulso riprovevole. Per vendicarsi senza inutili spargimenti di sangue si può ricorrere all’arte, utilizzando la penna al posto della spada. Ed è scrivendo una serie di lettere che l’ebreo Max Eisenstein si vendica del tedesco Martin Schulse, di appartenenza cristiana. Sono amici fraterni e, con una galleria d’arte in comune a San Francisco, sono soci in affari. L’attrice teatrale Griselle, sorella minore di Max, è stata l’amante di Martin, sposato e con figli, e dopo di lui non ha avuto nessuno. 

Nel novembre 1932 i due amici si separano: Martin torna con la famiglia in Germania, poverissima dopo la Prima guerra mondiale. Dagli Stati Uniti porta parecchio denaro, tant’è che può permettersi una grande casa con un ampio terreno. Tra i due comincia uno scambio epistolare. Ben presto, l’ombra nera della storia si stende sulla loro corrispondenza: nel 1933 Hitler prende il potere e Martin si lascia sedurre dall’ideologia nazista che porta con sé la tanto desiderata crescita economica. Sapendo di correre meno rischi di essere intercettato, Martin utilizza la carta intestata della banca dove lavora e chiede a Max di interrompere la corrispondenza perché nel Terzo Reich l’amicizia con un ebreo d’oltremare può costare caro. 

Nel frattempo, nonostante i pericoli, Griselle si trova a Berlino per uno spettacolo a teatro. Il fratello Max è assai preoccupato per la sua sorte e chiede al vecchio amico tedesco di aiutarla. Sul palco, la giovane viene riconosciuta come ebrea. Cerca scampo presso Martin, ma lui non la lascia entrare in casa e lei finirà crivellata dai colpi d’arma da fuoco delle SA nel parco della villa di Martin. Max scriverà alla sorella, ma le lettere inviate in Europa torneranno a San Francisco con il timbro “Destinatario sconosciuto”.

A quel punto, il mercante ebreo metterà in atto una vendetta raffinata: scriverà alcune lettere, una dietro l’altra, al caro amico Martin, chiedendo di mandargli quadri di determinate dimensioni che sembrano messaggi in codice. È così che i ruoli si ribaltano: a dimostrare tutta la sua fragilità è l’uomo che obbedisce agli ordini del Führer, che si compiace per la militanza del figlio e per gli ospiti importanti che la moglie Elsa riceve. Le missive saranno intercettate e il traditore farà una brutta fine. Tant’è che anche l’ultima lettera di Max a Martin tornerà negli Stati Uniti con il timbro “Destinatario sconosciuto”. 

Disponibili in italiano per i tipi di Rizzoli, le 77 pagine di Destinatario sconosciuto si leggono tutto d’un fiato e sono ormai un bestseller, anche tra i giovani. Questo testo fu pubblicato per la prima volta dalla rivista Story di New York nel 1938 e sotto forma di libro vero e proprio nel 1939, quando vendette cinquantamila copie. Il libro fu ignorato per sessant’anni fino al 1999 quando, tre anni dopo la morte dell’autrice, venne tradotto in francese diventando un bestseller. Nel 1944 dal libro fu tratto l’omonimo film, diretto da William Cameron Menzies. Come spettacolo teatrale, Destinatario sconosciuto è stato messo in scena in Francia, 2001, in Israele dal 2002 e al Teatro Promenade a New York nel 2004. 

Rappresentato in numerosi paesi europei, in Italia ha avuto l’adattamento e la regia di Rosario Tedesco: «Dalla prima lettura del testo di Kressmann-Taylor l’immagine più forte che ne ho ricavato è stata quella di una macabra partita a scacchi, un gioco a due tra i protagonisti, in cui le emozioni dell’uno trovassero un contrappunto, talvolta spiazzante, nelle risposte dell’altro. Questa matrice non lineare su cui ho costruito una riscrittura teatrale ha avuto bisogno del sostegno di una sostanza che superasse la forza delle parole, e che a sua volta avesse la capacità evocativa di raccontare un’altra storia, ovvero, la Storia». 

Nello spettacolo in scena lunedì al Teatro Bonci di Cesena la musica diventa qualcosa d’altro: «Non un accompagnamento, ma una struttura vera e propria che si intreccia e annoda al testo stesso», spiega il regista. «Le musiche da me scelte e selezionate sono un percorso musicale nella storia tedesca che racconta meglio di mille parole ciò che resta indicibile. Il primo brano, Bona Nox! di Mozart, descrive con tutta la sua leggerezza e scanzonata goliardia, la Germania prima del nazismo; il secondo brano, Ani Ma’Amin, è un canto tradizionale ebraico che testimonia la forza della fede e apre uno squarcio sul futuro; il terzo e ultimo brano è di Ilse Weber, Wiegala, una ninna nanna che ci conduce direttamente alle soglie delle camere a gas».

La fortuna del progetto, ideato da Rosario Tedesco e portato avanti con Nicola Bortolotti, «è stata quella di cercare e di trovare, sin dal debutto bolognese nel 2017, l’entusiastica adesione di numerosi cori a cappella, che siamo riusciti a coinvolgere anche progettualmente, insieme alle comunità e alle istituzioni delle città che ci hanno ospitato, in un’idea di teatro civile per cui la storia raccontata è Storia collettiva. Intendere il lavoro in termini collaborativi ha portato a una costante evoluzione del progetto e la ricerca di partner per la componente musicale ci ha fatto comprendere l’importanza di legare intorno allo spettacolo vere e proprie comunità, intrecciando esperienze di istituzioni e presenze culturali cittadine che spesso si sono ritrovate insieme per la prima volta. Con Destinatario sconosciuto portiamo più in scena un’esperienza partecipata che nasce e si confronta con la città in cui il processo interpretativo riparte ogni volta».

Se non riuscite a recarvi a Cesena per Destinatario sconosciuto, Rosario Tedesco metterà in scena In quelle tenebre – La verità è un intreccio di voci di Gitta Sereny, sempre con Nicola Bortolotti, il 31 gennaio al Goethe Institut di Palermo e il 4 febbraio a Cotignola in provincia di Ravenna.