Martedì potrebbe essere la volta buona. Quella in cui – a sette mesi dall’inizio della legislatura – i presidenti di Camera e Senato Boldrini e Grasso potrebbero finalmente convocare la commissione Antimafia. Quasi un evento dopo che le precedenti due convocazioni sono andate deserte perché nessun partito fino a tre giorni fa aveva ancora presentato i nomi dei parlamentari destinati a far parte dell’organismo. Un ritardo legato allo scontro in atto da mesi tra Pd e Pdl sulla presidenza della commissione, che ha paralizzato tutto e suscitato l’irritazione dei presidenti delle due Camere. Al punto che mercoledì, dopo un giro di telefonate e al termine dell’ennesima capigruppo finita senza alcun risultato utile, sia Boldrini che Grasso hanno quasi intimato ai partiti di fare le designazioni, con Grasso che è arrivato addirittura a minacciare di nominare lui stesso i senatori-membri visto che la legge costitutiva della commissione glielo permette. Una minaccia che ha messo in fibrillazione tutti, al punto che nel giro di 48 ore sia alla Camera che al Senato sono cominciate ad arrivare le designazioni. Le ultime, quelle del Pd, sono arrivate ieri pomeriggio alle 17 aprendo così la via, caos di governo permettendo, alla convocazione della prossima settimana.
Resta da veder adesso chi siederà sullo scranno più alto, quello del presidente. Qui le larghe intese valgono poco e Pd e Pdl si contendono il posto coltello tra i denti. Il Pdl vorrebbe che a guidare la commissione fosse Donato Bruno, mentre il Pd propone Rosy Bindi. Per il partito di Epifani la presidenza è quasi un atto dovuto visto che, ragionano i democratici, nelle mani del Pdl ci sono già due posti chiave della Giustizia come il ministero degli Interni con Angelino Alfano e la presidenza della commissione Giustizia del Senato con l’ex ministro Francesco Nitto Paola. Da parte sua il Pdl ancora non ha digerito quanto accaduto il primo agosto quando Pd e Scelta civica, con il contributo del M5S e grazie all’assenza del Pdl, hanno nominato la democratica Federica Mogherini al vertice della delegazione italiana presso l’assemblea Nato, Sandro Gozi, sempre Pd, responsabile della delegazione italiana presso l’assemblea del Consiglio d’Europa e Renato Balduzzi (Sc), presidente della Commissione Bicamerale per le Questioni Regionali.
Non si tratta però di una semplice spartizione di posti. Il presidente della commissione Antimafia decide la calendarizzazione dei lavori e può determinare l’accelerazione o meno della discussione su temi delicatissimi. «Dietro lo scontro tra Pd e Pdl c’è un modo vecchio di fare politica, troppo legato a determinati interessi che invece andrebbero lasciati alle spalle. In questo noi diamo davvero diversi», attacca il deputato M5S Tommaso Currò. Da ieri anche i pentastellati rivendicano la presidenza: «Siamo gli unici a non avere indagati, pregiudicati o condannati fra le proprie fila», dice la senatrice Elisa Bulgarelli. «Se vogliamo spezzare il legame tra mafia e politica questa è l’occasione per farlo».