Dopo sette anni di relativo silenzio, interrotto dalla splendida collaborazione con Ginevra Di Marco nel 2019, Cristina Donà torna finalmente a pubblicare un disco di inediti. Anche grazie a una fortunata campagna di crowdfunding. deSidera, scritto insieme al fidato musicista e produttore Saverio Lanza, è composto da dieci brani sospesi in un limbo a metà fra dimensione mistica e ancoraggio alla terra. Gravitando attorno al tema, come da titolo, del desiderio e delle sue multiformi appendici, la cantautrice milanese si avventura in una catartica autoanalisi in forma musicale. Dove, espandendo i confini del singolo agli spazi aperti della collettività, indaga l’attuale condizione umana come riflesso di una somma di scelte e comportamenti individuali. Come nel secondo singolo estratto, Colpa, dove sostenuta da un ritmo ossessivo, descrive la necessità dell’uomo di trovare un capro espiatorio per liberarsi dalle proprie responsabilità (Colpa della frutta andata a male/Colpa dell’inquinamento/Della finanza, del petrolio, dell’incenso). Composte prima dello scoppio della pandemia, fatta eccezione per Senza fucile né spada che parla proprio della tragedia sanitaria, le canzoni di deSidera spaziano anche sonoricamente senza troppi indugi.

INTRODUCENDO per la prima volta, e in punta di piedi, elementi di musica elettronica fino ad oggi inediti per l’autrice di album indispensabili per il rock alternativo italiano come Nido. Aperto dalle architetture sonore di Distratti, prima traccia con echi di Bjork e Battiato che afferma (Altro che aperitivo/ci siamo bevuti il pianeta), l’album è sfaccettato quanto le metamorfosi liriche, capaci di spaziare dai confini del sogno, come in Conto alla rovescia, alle prigioni di ricordi di un corpo ormai lontano in Torna. Che sembra riportarci di nuovo nella confort zone del rock del passato per poi ribaltare nuovamente le carte. Il tutto avvolto da una membrana armonica dove la voce di Cristina Donà, aliena, carnale come d’abitudine e con echi che ricordano l’amico Robert Wyatt, si rivela un’unicum nell’arido panorama musicale contemporaneo.