Dal synthpop degli ’80 la macchina prodigiosa del trio dell’Essex ha saputo evolversi in una delle (poche) band al mondo capaci di portare un repertorio di elettronica «cupa», virata al rock e al blues, alle grandi masse. Dopo 14 album – e ultimamente qualche colpo se non a vuoto decisamente più di routine – i Depeche estraggono dal cilindro per questo nuovo lavoro (in uscita venerdì 17), un disco solido e ispirato. Via Ben Hiller dopo dieci anni, alla produzione arriva James Ford (Florence & The Machine, Arctic Monkeys) che regala al progetto echi psichedelici e molto blues. L’introduttiva Goin’ backwards mette le carte in tavola, sound potente con piano in evidenza e perfino un’armonica a bocca. Senza momenti di stanca, gli altri 11 brani sono testimonianza di uno dei migliori lavori realizzati da Martin Gore, Dave Gahan e Andrew Fletcher da molto tempo in qua.