In epoca di coronavirus, la Cina è tornata di grande attualità nelle cronache quotidiane. All’interno di questo rinnovato impegno a parlare di Cina non sono mancate le consuete analisi sul «modello cinese», un argomento così scivoloso che neanche i cinesi tentano di racchiuderlo in brevi e facili descrizioni. Per venire in soccorso alla confusione che ancora regna intorno alla Cina, su cui pesano luoghi comuni e pregiudizi vecchi e nuovi, esce oggi in libreria Nella testa del Dragone di Giada Messetti (Mondadori, pp. 185, euro 18).

SINOLOGA e autrice televisiva, Messetti conosce bene il Paese e dimostra – al contrario di tanti altri – di tenersi decisamente aggiornata su quanto bolle in pentola nell’ex Celeste Impero. La sfida non è delle più semplici, perché indagare «identità e ambizioni della nuova Cina» è compito arduo, complicato, faticoso. La Cina, come dimostrato dai più autorevoli sinologi (che hanno molte meno certezze di tanti commentatori assortiti), è un animale politico controverso, che conduce a contraddizioni capaci di fare girare la testa a chiunque. La Cina – oggi – è continuità e innovazione, tradizione e svolte clamorose. Messetti, in tutto questo magma, mantiene una bussola chiara ed efficace: il libro è una continua ricerca capace di sollevare molte domande capaci di allargare in continuazione il campo delle risposte. Ogni volta che la Cina ci chiarisce qualche passaggio si aprono nuovi baratri di incomprensione.

PER QUESTO, per capire cosa sia la Cina oggi, è necessario partire da chi, in questo momento, la guida. Non a caso il primo capitolo del libro è dedicato a Xi Jinping, la cui ascesa costituisce di per sé una fondamentale introduzione alla Cina di oggi.

Non si può comprendere la Cina di Xi Jinping, senza ricordare come Xi è arrivato al potere. Poco prima della sua nomina a segretario del Partito comunista, nel novembre del 2012, il Pcc vive uno dei più clamorosi scandali della sua storia: Bo Xilai, «principino» proprio come Xi Jinping, insidia la nuova leadership provocando un terremoto politico che porterà Bo agli arresti. È in questo momento che Xi Jinping, scrive Messetti, «dimostra di che pasta è fatto. Nel settembre 2012, un mese dopo l’inizio del processo a Bo Xilai e a sua moglie, sparisce completamente dalla scena e non si fa vedere in pubblico per tre settimane. (…) Il mistero suscita varie speculazioni, si dice che si sia infortunato facendo sport, alcuni lo danno addirittura vittima di un attentato. Ricompare dopo tre settimane. L’ipotesi più accreditata è che Xi Jinping abbia messo in atto una sorta di «sciopero» e abbia voluto mandare un messaggio alla guida collegiale del partito, come a dire: adesso, o facciamo come dico io o salta tutto. Ottenute le necessarie garanzie, torna a farsi vedere in pubblico».

LA ROTTURA della guida collegiale del Pcc, adottata dai predecessori Hu Jintao e Wen Jiabao, si spezza. La «testa» del Dragone, però, non si accontenta di prendere il potere, vuole lasciare un’impronta storica. Messetti ci catapulta così, nel secondo capitolo, in quel progetto mastodontico che è «la nuova via della seta», ricordandoci non solo i momenti salienti in termini geopolitici, ma anche e soprattutto le sue ricadute interne.
I primi due capitoli restituiscono dunque quella famosa «complessità cinese» in modo preciso e semplice, con riferimenti pop capaci di riportare sulla nostra galassia mentale il procedere apparentemente contraddittorio della Cina, per poi lasciarci nuotare con molte più sicurezze nei capitoli successivi, nei quali la declinazione della «testa del Dragone» si fa Stato, innovazione tecnologica, smart city e infine proposizione globale. Il quinto e il sesto capitolo, infatti, ci conducono all’interno dello scontro tra Cina e Stati Uniti, e nella ferma posizione cinese circa la sua «indivisibilità»: discutere di Cina e Usa, significa infatti discutere di Huawei, 5G e dei tentativi da parte di Washington di indebolire Pechino attraverso politiche che minano a metterne in dubbio la sovranità su territori quali Hong Kong e Taiwan.

DAL VOLUME emerge dunque un quadro aggiornato, ragionato e divulgativo il giusto, per sviluppare ricerche e analisi grazie ai tanti spunti presenti e per evitare luoghi comuni duri a morire, perfino sul coronavirus cui è dedicato un ultimo capitolo esaustivo, in grado di raffigurare un contesto «cinese» senza alcuna concessione tanto al Pcc quanto ai pregiudizi occidentali.