Per placare lo scontro politico e le violenze, il carismatico leader della sinistra Hdp, Salahettin Demirtas, ha chiesto un cessate il fuoco immediato tra Pkk e governo turco. La scorsa settimana Demirtas si era recato a Bruxelles per incontrare i vertici del partito in esilio, tra loro Zubeyir Aydar e Remzi Kartal.

I deputati Hdp, Idris Baluken e Surreya Onder, hanno incontrato il sottosegretario alla Sicurezza, Muhammed Dervisoglu, proprio per riferire dei contenuti degli incontri di Demirtas a Bruxelles. Hdp ha organizzato la scorsa domenica nella municipalità di Bakirkoy a Istanbul un’imponente manifestazione della piattaforma per la pace, la seconda dopo gli attentati di Suruç costati la vita a 33 giovani.

Il movimento raccoglie oltre ottanta tra parti e ong, inclusa la sinistra filo-kurda di Hdp e il partito kemalista Chp. Il Kck, ombrello che raggruppa le comunità del Kurdistan vicine al Pkk, ha chiamato alla resistenza civile contro la polizia spingendo alla formazione di comitati popolari armati nel Kurdistan turco. Fin qui le autorità turche hanno mascherato gli attacchi contro i combattenti kurdi del Pkk con la lotta al terrorismo dell’Isis. Ieri venti corpi di giovani combattenti del Rojava sono stati bloccati al confine tra Turchia e Siria mentre dovevano essere restituiti alle loro famiglie.

Soltanto ieri l’esercito turco ha fermato 693 persone che cercavano di entrare illegalmente dalla Siria. Il presidente degli Stati uniti, Barack Obama ha confermato che la Turchia ha il diritto di difendersi dagli attacchi del Partito dei lavoratori kurdi (Pkk) ma ha aggiunto che l’accordo militare con Ankara è «strettamente legato» alla minaccia posta dalla presenza dello Stato islamico (Isis) in Siria.