Il leader del Partito democratico del popolo (Hdp), Selahettin Demirtas, è indagato dalla magistratura turca per aver motivato e «armato» gli attivisti che hanno partecipato alle manifestazioni dello scorso ottobre nel Kurdistan turco.

Le contestazioni contro il mancato sostegno turco ai combattenti kurdi (Ypg-Ypj) nel Kurdistan siriano, impegnati a contenere l’avanzata dello Stato islamico, causarono 52 vittime e centinaia di feriti. Anche la co-presidente di Hdp, Figen Yuksekdag, è indagata dalla procura di Urfa per sostegno a gruppi terroristici in riferimento al suo discorso del 19 luglio scorso a Diyarbakir in cui aveva appoggiato i combattenti kurdi siriani Ypg-Ypj.

È stata inviata al parlamento l’autorizzazione a procedere per altri nove deputati incluso il leader del partito kemalista (Chp), Kemal Kilicdaroglu. Il politico è impegnato in colloqui per la formazione di un governo di coalizione, evenienza che appare sempre più lontana con la grave polarizzazione politica conseguente agli attacchi di questi giorni mentre si avvicinano possibili elezioni anticipate. Il 6 ottobre la sinistra filo-kurda (che ha ottenuto il 13% e 80 deputati alle elezioni del 7 giugno scorso) aveva chiesto ai suoi sostenitori di protestare contro il governo. Erdogan accusò Demirtas di legami con il Pkk.

Da parte sua, la sinistra filo-kurda aveva duramente attaccato il governo che avrebbe ignorato gli avvertimenti di Demirtas sui possibili scontri nel Sud-est del paese. Il leader di Hdp avrebbe avvertito Davutoglu della situazione incandescente nel corso di una conversazione telefonica.

Poco prima che l’inchiesta venisse avviata, il presidente turco aveva chiesto la cancellazione dell’immunità parlamentare per i deputati Hdp. I politici del movimento avevano acconsentito all’iniziativa dichiarando di non aver nulla da nascondere in merito ai loro legami con il terrorismo. All’annuncio dell’avvio delle indagini Demirtas ha accusato Erdogan di voler «penalizzare Hdp in caso di elezioni anticipate» prima ancora di voler disarmare il Pkk. Hdp è al centro di una dura repressione.

Sui 1300 arrestati in questi giorni la maggioranza sono esponenti delle opposizioni e di Hdp in particolare. Nei bombardamenti contro le basi del Pkk in Turchia e in Iraq, 190 attivisti del partito di Ocalan sono stati uccisi e 300 sono rimasti feriti, colpiti dagli F-16 turchi. 25 strutture militari nelle montagne del Kurdistan sono state distrutte dai bombardamenti. Le operazioni sin qui hanno colpito solo marginalmente le basi Isis.

Con l’avvio degli attacchi la tregua tra Ankara e Pkk, annunciata da Ocalan con una lettera dal carcere, è definitivamente conclusa. In seguito all’attentato di Suruç che ha provocato la morte di 32 giovani attivisti, numerosi sono gli episodi di attacchi a stazioni di polizia e sedi del partito di Erdogan da parte dei militanti kurdi, decine sono i morti tra civili e poliziotti in tutto il paese.

La notte tra giovedì e venerdì, la polizia turca ha attaccato quattro civili a Cizre, roccaforte Hdp nel distretto di Sirnak. Uno di loro, Hasan Nere, gravemente ferito, non è stato portato in ospedale per oltre un’ora tra le proteste dei cittadini kurdi. Il giovane è poi arrivato morto nel nosocomio.

Durante i funerali di Hasan si è svolta una grande manifestazione contro le violenze delle autorità turche.