Il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, ha riunito ieri sera al teatro Augusteo eletti e non eletti delle liste che hanno contribuito alla sua conferma a Palazzo San Giacomo, incluse le due compagini escluse dalla competizione: Per Napoli e Solo Napoli. Il tentativo è tenere unite le truppe in vista della costituzione del futuro movimento, il progetto politico a cui sta lavorando il fratello del sindaco, Claudio, e Alessandro Nardi (amministratore unico di Napoli holding). Il sondaggio di Demos, diffuso la scorsa settimana, dà l’ex pm pari merito in popolarità con il premier Matteo Renzi, subito dietro al vicepresidente della Camera, il 5S Luigi Di Maio. Il principio guida, più volte ribadito da de Magistris, è la costituzione di una «rete di città ribelli», autonome rispetto alle politiche dei governi. A fine giugno a Roma il sindaco ha incontrato l’ex ministro dell’economia greco, Yanis Varoufakis; la prossima settimana potrebbe partecipare a un’iniziativa con l’alcaldesa di Barcellona, Ada Colau.

Il movimento, più che seguire il modello dei partiti più o meno liquidi, dovrebbe radicarsi nelle assemblee territoriali, sviluppando cioè un rapporto diretto con la cittadinanza attraverso istituzioni di prossimità, dove prendere decisioni che vincolino anche giunta e consiglio comunale. Oggi pomeriggio se ne discuterà a piazza San Domenico con Massa Critica, presente anche de Magistris. Tra i primi atti della consiliatura, gli assessori Carmine Piscopo e Sandro Fucito hanno messo a punto una delibera che apre all’«uso civico» ulteriori sette spazi in città, nello spirito del precedente provvedimento sui Beni comuni. «Le realtà sociali che occupano gli spazi abbandonati per riqualificarli e rimetterli a disposizione della cittadinanza – è il pensiero del sindaco – sono una risorsa per la città e io vado a stringergli la mano, non mando la polizia».

Resta invece da capire su quali basi riallacciare i rapporti diplomatici con il governo, dopo lo strappo prodotto dal commissariamento di Bagnoli (affidato a Salvo Nastasi) imposto da Renzi. Dopo due anni di comunicazioni interrotte con Roma, il giorno dopo la sua rielezione de Magistris ha inviato una lettera al presidente del Consiglio. Lunedì sera, dopo la conclusione della direziona nazionale dem, è arrivata la telefonata di risposta. Dopo la sonora sconfitta del Pd a Napoli, non era possibile proseguire nella politica di boicottaggio delle istituzioni cittadine. «Alle 22 mi ha chiamato Renzi – ha raccontato de Magistris -. Mi ha detto che devo riconoscere Nastasi, ho risposto che l’incontro non può essere condizionato. A Napoli non esiste solo Bagnoli, incontriamoci senza condizioni irricevibili e lui mi ha dato appuntamento per la settimana prossima».

Dal palco, ha dato la carica ai suoi: «Ringrazio tutti quelli che hanno contribuito a una grande vittoria di popolo. Non è una vittoria della sinistra, nonostante io sia di sinistra. E’ una vittoria della città, ottenuta avendo contro Pd, governo, Lettieri (in candidato di centrodestra ndr), 5Stelle e molti mezzi di informazione. Costruiamo nei territori, nei borghi, in comune delle squadre forti. Mo’ dobbiamo fare un po’ di rock». In coda l’attacco a Caltagirone, editore de «Il Mattino» che ha dei terreni a Bagnoli, accusato di mettere in campo «azioni che con la stampa libera non hanno niente a che fare».