Le europee sono lontane – a maggio – ma già tormentano le mai tranquille acque (basse) della sinistra radicale italiana. Forze e movimenti si preparano ai blocchi di un complicato risiko: unire le risorse, cioè i voti, per acciuffare la soglia del 4% che allo scorso giro, nel 2014, la lista L’Altra Europa con Tsipras centrò di misura, guadagnando tre eletti (che però poi divisero i destini a Bruxelles, ma questa sarebbe un’altra storia).

L’obiettivo di una lista unitaria è un grande classico. A fare da collante stavolta c’è il sindaco di Napoli De Magistris che, dopo qualche tentennamento, avrebbe deciso di impegnare il suo movimento Dema. Ma a due «insopprimibili» condizioni, dichiarate al Fatto: «Non deve essere la confederazione degli sfigati o della sinistra radicale, o di tutti quelli che stanno a sinistra del Pd, un mosaico già sconfitto»; e «l’unità delle forze in campo».

Ma si fa presto a dire «unità». La quadra è complicata. E il rischio è che le liste siano due o persino tre. Oggi a Napoli, nella giornata finale degli Study Days del Gue, il gruppo della sinistra europea, De Magistris si confronterà con Eleonora Forenza (Prc) europarlamentare fedele alla lista Potere al popolo, la cui unità però è a rischio per il difficile tentativo di darsi uno statuto. Il Prc è pronto a schierarsi comunque con il sindaco. Per Pap, nonostante «la stima vera per il sindaco», le cose stanno diversamente: «Bene De Magistris ma prima capiamo come e con chi vuole fare la lista» spiega Viola Carofalo, dell’ex Opg, «e comunque in Pap decidono gli aderenti».

Il tema della riformabilità dell’Ue e quello dell’apertura incondizionata dei confini nazionali, taglia in due le sinistre di tutto il vecchio continente. Pap aderisce alla piattaforma di Lisbona,e soprattutto tiene rapporti stretti con il francese Mélenchon. Una figura agli antipodi dell’area critica ma convintamente europeista di Diem 25, il movimento del greco Yanis Varoufakis, che a sua volta tesse una tela di incontri italiani. Con la stessa Dema. E con Sinistra italiana, che per una lista tutta a sinistra prepara la separazione consensuale da Mdp, alleato in Liberi e uguali. Leu andrebbe in freezer.

Perché invece Mdp guarda alla vecchia ed esangue famiglia socialista. Ma la discussione è aperta: c’è chi vuole vedere se ci saranno le condizioni di rientrare nel Pd derenzizzato, chi vuole una lista «socialista ed ecologista», chi sonda la fattibilità di una «lista di scopo» con +Europa di Emma Bonino. Una sola cosa è certa: il no al fronte delle sinistre radicali.
Non è finita. C’è anche un’altra sinistra, quella dell’area di Futura, l’associazione di Laura Boldrini e Marco Furfaro che comincia a ragionare di europee con Italia in comune (Pizzarotti), Possibile (Elly Schlein), Verdi europei (Monica Frassoni) e la stessa Diem 25. Si vedranno il 18 ottobre a Bruxelles.