«Nel 2013 le elezioni sono state vinte da una coalizione (di centrosinistra), che si è sciolta con i primi caldi. Dobbiamo aspettare anche che nel 2018 le temperature aumentino?». L’elogio del rimescolamento parlamentare arriva da un tweet del senatore grillino Nicola Morra, nella giornata in cui il centrodestra fa sapere di aver deciso di dare un segnale di unità e presentarsi con una sola delegazione al secondo giro di consultazioni al Quirinale.
I vertici del Movimento 5 Stelle auspicano questo scongelamento, soppesano le mosse di un Matteo Salvini che da un lato ha ricomposto la sua coalizione ma dall’altro ha esplicitamente parlato di governo col M5S come unica strada possibile. Subito seguito dal governatore forzista Giovanni Toti. In quest’ultimo caso, per la prima volta un berlusconiano di un certo peso riconosce dignità di partner ai grillini considerandoli di considerarli a tutti gli effetti degli interlocutori. Per tutta risposta, dal M5S fanno filtrare un messaggio al leader leghista: «Salvini decida: vuole stare col rinnovamento o con Silvio Berlusconi? Vuole chiudere ogni dialogo o tentare l’inedito?».

Si passa per la Lega, dunque. È ancora questa la strada principale, seppure impervia, che conduce a palazzo Chigi. A questo è servito presentarsi a Mattarella e davanti ai giornalisti come la forza fedele all’Unione europea e al Patto atlantico, quasi ad addomesticare l’intesa che sulla carta poteva apparire più indigesta agli osservatori internazionali.
Lo ammette a L’aria che tira, su La7, il neo-deputato Emilio Carelli: «Vedo più vicino l’accordo con la Lega, anche perché il Pd non ha ancora risposto», dice. Da qui a dire che l’accordo è fatto ce ne corre: si tratta di un dialogo obbligato più che altro.

Nelle parole d’ordine affidate dallo staff di comunicatori è però vietato usare la parola «alleanza»: i grillini si presentano come quelli che propongono «soluzioni ai problemi dei cittadini».
«Invece di creare delle maggioranze che appoggiano il governo ragionando secondo logiche interne o poltrone guadagnate, ci si concentra sugli impegni e gli obbiettivi» dice ad esempio il capogruppo Danilo Toninelli. Che ribadisce: «Gli unici interlocutori possibili rispetto a questa necessità di cambiamento per cui vengano prima gli interessi dei cittadini, anziché quelli dei partiti, siano la Lega e il Pd».

Quando gli si chiede conto delle dure critiche espresse nel passato recente proprio al governo del Pd, Toninelli ci tiene a fare una precisazione e veste le panni del responsabile: «Il Pd non strumentalizzi il senso delle mie parole, è evidente che la nostra visione critica sull’operato del governo del Pd in questi anni resta. Non abbiamo cambiato idea, non sarebbe né serio né credibile. Qui si sta parlando del bene dell’Italia, che è superiore a qualsiasi distanza possa esserci tra noi».
Luigi Di Maio in questo fine settimana sarà a nordovest. Distante da Roma e, giurano i suoi collaboratori, lontano da ogni possibilità di ingaggiare alcuna interlocuzione in vista della prossime settimana. Ieri è stato avvistato su un treno in direzione Torino dove comparivano altri esponenti del suo partito. Oggi arriverà alle Officine H di Ivrea in occasione della seconda convention organizzata dalla Associazione Gianroberto Casaleggio in memoria del co-fondatore del M5S: «Sum#02-Capire il futuro».

Domenica andrà ad Aosta, per la raccolta di firme per la presentazione della lista dei 5 Stelle alla Regione. Davide Casaleggio, uno che da tempi non sospetti preferisce guardare al nord leghista più che al tre forze, dice che l’associazione e l’evento che organizza poco hanno a che fare con la politica, tentando di strappare dalla cronaca quotidiana un ambito che si propone di volare alto e disegnare scenari ampi.
Tuttavia nelle terre di Adriano Olivetti, che da Casaleggio viene raccontato più come imprenditore visionario che come il promotore di modelli che preferivano il bene comune al profitto, sarà difficile non pensare all’immediato futuro. Assieme al capo politico ci saranno lo stesso Toninelli, la sua collega al senato Giulia Grillo, la sindaca di Torino Chiara Appendino e diversi eletti nelle amministrazioni locali e in parlamento. Non dovrebbe esserci Beppe Grillo.