Lo stop allo Ius Soli si porta dietro strascichi sia tra i rapporti all’interno della maggioranza che dentro il Pd. Ed è ancora una volta l’ala cattolica fra i Dem a distinguersi sul tema. Ieri le parole più dure sono arrivate dal ministro Graziano Delrio in un’intervista – non a caso – al tg di Tv2000, l’emittente della Cei. Per Delrio il dietrofront del Senato sullo ius soli è «certamente un atto di paura grave. Abbiamo bisogno di non farci dominare dalla paura. Questa – ha aggiunto – è una legge di civiltà e diritti. Uno sguardo diverso verso l’immigrazione significa anche riconoscere ai bambini nati qui i loro diritti». Nonostante un vago riferimento all’impegno «del capogruppo a trovare i voti», il messaggio è chiaro: «Ultimamente – ha proseguito Delrio – è stato creato un clima molto grave, sono state utilizzate parole sbagliate, è stata sparsa benzina: oggi tocca ai migranti, domani può capitare a nemici politici o persone diverse».
Una uscita che ha fatto infuriare i renziani – mentre il capo rimane in silenzio – che evidentemente a Delrio non hanno ancora perdonato il fuorionda in cui criticava il segretario «per non aver fatto neanche una telefonata per evitare la scissione». Tocca all’ineffabile duo di parlamentari Andrea Marcucci e Franco Mirabelli tirare per le orecchie il ministro. “Dispiacciono le parole del Delrio. Il ministro sa bene che per il gruppo del Pd al Senato il provvedimento rimane prioritario e sa altrettanto bene che portarlo in aula in questi giorni avrebbe significato affossarlo perchè non c’erano i numeri».
Dal Nazareno nel frattempo «fonti» si precipitano a sottolineare come «la posizione del Pd sullo ius soli è nota ed è pienamente in sintonia con il governo». Insomma, sull’immigrazione le acque nel Pd si stanno – finalmente – agitando.
Conseguenze allo stop allo Ius Soli potrebbero esserci sulla legge di bilancio che sta per arrivare. La pace con Pisapia infatti non ha fatto abbassare i toni degli esponenti di Mdp contro la sordità del governo alle istanze «da svolta sociale». L’avvertimento lo fa Alfredo D’Attorre: «Se questi sono i frutti avvelenati del rinnovato fidanzamento tra Renzi e Alfano, nessuno può pensare che noi staremo lì a reggere il moccolo. Per Mdp varrà dunque il “liberi tutti”, non saremo corresponsabili di una conclusione insensata della legislatura», avverte.