Quando Delia Vaccarello mi ha chiesto di scrivere l’introduzione al suo ultimo libro, che si intitola Desiderio. Racconti di eros, segreti, bugie, sapevo che combatteva ormai da anni contro il cancro e che era arrivata a un momento difficile e decisivo. Era l’inizio del 2019 e Delia, abbandonata la chemio ormai non più efficace, aveva cominciato un percorso di cure alternative e sperimentali in Svizzera. Ne parlava con tranquilla speranza, valutando in modo realistico le possibilità di successo. Ogni volta che la sentivo, mi meravigliavo del suo tono di voce calmo e affettuoso, spesso gioioso. Pieno di vita, come i sei racconti che fanno parte del suo libro e che parlano di amore, sesso e libertà, di desiderio come mistero e perturbazione delle nostre sicurezze ma anche come indispensabile scintilla vitale.

DELIA VACCARELLO è stata scrittrice, giornalista e attivista impegnata in molte battaglie civili contro il pregiudizio e l’ineguaglianza. Nei suoi libri come nei suoi articoli abbiamo ritrovato per anni storie e personaggi che ci hanno parlato, con tenerezza, passione e poesia, della difficile ricerca di sé, dell’accettazione, del rispetto dovuto a tutti gli esseri.
Dopo l’esordio ne Gli svergognati: vite di gay, lesbiche, trans…storie di tutti, Delia si è rivolta ai giovani e agli adolescenti facendoli parlare in prima persona, liberi dalle ingerenze spesso soffocanti degli adulti (L’amore secondo noi e Sciò! Giovani, bugie e identità). Ha messo in luce le polarità e i conflitti dell’amore nel romanzo Quando si ama si deve partire, e in Evviva la neve ha raccontato con attenta partecipazione i percorsi, le paure e i desideri di persone che intraprendono migrazioni di genere, in una realtà che sa essere spietata con i diversi.
Come ideatrice e curatrice delle Principesse Azzurre ha offerto per sette anni uno spazio prezioso, e unico in Italia, a molte scrittrici e ai loro racconti di amore tra donne. Come giornalista ha curato, tra l’altro, la pagina Uno, due, tre… liberi tutti sull’Unità, diventata punto di riferimento della comunità lgbt. Ha lavorato, insegnato, partecipato a moltissime iniziative contro l’omo-transfobia e le discriminazioni. È stata una voce pubblica che non ha mai smesso, nonostante la sua storia personale di malattia, di occuparsi dei diritti di tutti quelli che se ne vedono privati, compresi i più spossessati, gli animali.

HO VISTO Delia per l’ultima volta nel maggio scorso. Tornava dalla Svizzera, dov’era andata per un ciclo di cure, e viaggiava in camper, accompagnata dall’amica Patrizia e dall’inseparabile Lacan, trovatello adottato in canile. Voleva che le sue puntate oltralpe non fossero solo pellegrinaggi medici, ma veri viaggi, con un pizzico di avventura e di scoperta, e con una sosta dalle vecchie amiche di Torino. Era stanca ma rilassata, felice di apprezzare la cena preparata per lei.
Sapeva di avere davanti a sé la suspense di test decisivi, esami molto più spietati di quelli scolastici, e ne parlava con una serenità per cui ho provato non solo ammirazione, ma anche gratitudine. Con discrezione, con delicatezza, Delia accettava la mortalità senza mai rinunciare alla gioia della vita, e questo era un regalo per chi l’ascoltava, un regalo reso possibile dal lungo lavoro che lei aveva fatto dentro di sé da quando conviveva con la malattia. «Ammalarmi di cancro è stato l’inizio di un grande cambiamento» ha scritto in un suo inedito il cui titolo era Cancro e gioia, due termini che risulta difficile appaiare eppure lei ci riusciva, come ci era riuscita Audre Lorde che aveva definito la coscienza della limitazione fisica «un’esplosione di luce».

DELIA E IO abbiamo condiviso avventure letterarie, dalle Principesse al più recente Over 60 Women, momenti pubblici e privati, presentazioni, incontri, cene, lunghe chiacchierate al telefono. Mi mancheranno molte cose di lei, il sorriso esuberante, l’affettuosità e dolcezza del suo accogliere, la forza con cui fino all’ultimo ha vissuto e fatto quello in cui credeva.
Delia Vaccarello, scrittrice, giornalista, militante, amica, se n’è andata il 27 settembre scorso a Palermo, nella sua Sicilia, davanti al suo mare che amava tanto.