Un luogo “di frontiera con la società”, questo sarà il segno della Conferenza delle donne del Pd che riparte sotto la guida di Cecilia D’Elia, eletta ieri a Roma da un’assemblea in presenza e in remoto delegata da una base che conta già più di 8mila iscritte, fra tesserate e non. D’Elia ha battuto al voto Titti Di Salvo, ex sindacalista ed ex deputata, che resta comunque nel pacchetto di mischia del nuovo organismo. – Il “luogo” politico delle donne del Pd rinasce incrociando “femminismi diversi”, spiega D’Elia, dopo gli anni dell’abbandono, quelli renziani segnati da protagoniste, anche ai vertici del governo, ma scelte sulla base della cooptazione e della vicinanza al leader. “Mai più dipartimento mamme”, ha chiesto Marta Leonori, consigliera regionale del Lazio, ricordando l’infelice iniziativa di quel segretario, D’Elia è tutt’altro che lontana dall’attuale leader Zingaretti, di cui è stata vicepresidente alla provincia di Roma. Ma propone alle sue amiche e compagne “un patto oltre le correnti”. “Non è cosa di poco conto l’alleanza fra noi”, ha sottolineato Mapi Pizzolante, giovane femminista proveniente dalle file della sinistra, “stiamo dalla stessa parte, non facciamoci fregare”.

L’applauso più grande è per Livia Turco, già ministra, presidente della Fondazione Iotti e madre del femminismo progressista, schierata al fianco di D’Elia: “Questo luogo deve darsi l’autorevolezza di un’onda d’urto, con l’umiltà della pratica e della radicalità, coinvolgendo tutti i luoghi delle donne”, è l’invito alla neoeletta. Auguri anche da Zingaretti a “un Pd di donne e di uomini, per un’Italia che dia voce e protagonismo alle donne libere”. D’Elia, laureata in filosofia, femminista e politica appassionata, instancabile costruttrice di ponti fra donne, è stata assessora a Roma con Veltroni ed è fra le fondatrici del movimento “Se non ora quando”. Da anni anima il blog Femministerie.