«Pile dei viadotti e impalcati con ferri scoperti e arrugginiti e cemento che si sbriciolava sotto le dita…». Con queste premesse le associazioni ambientaliste Forum H2O, Stazione ornitologica abruzzese e Nuovo senso civico presentarono, nel 2018, un esposto a ben nove procure. E, ora, le autostrade A25 e A24, che collegano Abruzzo e Lazio, sono al centro di tre inchieste da parte dei magistrati di Pescara, L’Aquila e Teramo, con diversi imputati e indagati. A seguito dei provvedimenti della procura di Teramo ieri la Guardia di Finanza ha effettuato, in via preventiva, il sequestro di beni per 26milioni e 721mila euro nei confronti di quanti «hanno ricoperto ruoli apicali” nella società “Strada dei parchi”, concessionaria delle due tratte autostradali, tra le più costose d’Italia, e nelle due società collegate, Toto Costruzioni e Toto Holding. Nell’occhio del ciclone c’è la mancata manutenzione dei viadotti, di rampe e attraversamenti dell’A24 e dell’A25, catapultati, dalla noncuranza, «in uno stato di forte degrado». Inquisiti, in quest’ultimo caso, Lelio Scopa, presidente del Cda di Strada Parchi; Cesare Ramadori, amministratore delegato; Mauro Fabris, vicepresidente del Cda; Igino Lai, direttore generale, e i direttori operativi Carlo Marco Rocchi e Gabriele Nati.

Nell’inchiesta aquilana è stato chiesto il rinvio a giudizio anche per Carlo Toto, azionista di maggioranza della Toto Holding e dunque di Strada dei Parchi. I reati contestati, in generale, sono inadempimento di contratti di pubbliche forniture, e quindi frode, per non aver ottemperato agli obblighi di manutenzione ordinaria; attentato alla sicurezza dei trasporti e abuso d’ufficio continuato. Nei diversi fascicoli si racconta di decine di cavalcavia, rampe, arterie di collegamento usurate e lasciate all’abbandono, «con inadempienza, dal 2009 ad oggi, degli obblighi di manutenzione ordinaria derivanti dai contratti firmati al momento dell’atto concessorio». Distacco del calcestruzzo e dell’acciaio, armature in situazioni critiche, piloni corrosi, «con pericolo molto elevato di improvviso collasso, sotto le azioni statiche e le azioni dei veicoli, in particolar modo dei tir». «Le uniche opere di manutenzione ordinaria realizzate da Strada dei Parchi – scrive la Finanza – hanno riguardato la pavimentazione, il verde, le segnaletiche e non le parti strutturali dei viadotti (cassoni, pile e appoggi e ritegni antisismici). I citati interventi sono stati effettuati a partire dal 2018 e neppure a spese della concessionaria perché sono stati utilizzati contributi statali, erogati in base ai provvedimenti successivi al crollo del ponte Morandi a Genova».

«Le accuse sono pesantissime – dice Maurizio Acerbo, segretario nazionale di Rifondazione comunista – . Si legge che i vertici e il management avrebbero deciso di non fare la manutenzione dal 2009. Si conferma che la privatizzazione dell’autostrada è stata una gigantesca truffa e rivendichiamo di essere stati l’unico partito contrario. Bisogna togliere, a questo punto, la concessione a Toto».