La Commissione Ue ha deciso di non aprire procedure sanzionatorie nei confronti di Spagna e Portogallo, nonostante non abbiano rispettatol’obiettivo di riduzione del deficit. Bruxelles tornerà sulla situazione dei due Paesi all’inizio di luglio per non interferire con le elezioni spagnole del 26 giugno, le seconde in sei mesi. La Commissione, per ora, si è limitata a raccomandare una correzione stabile del disavanzo eccessivo nel 2016 e nel 2017, tramite le necessarie misure strutturali e l’uso delle entrate straordinarie e impreviste per la riduzione del disavanzo e del debito. Il premier facente funzioni Mariano Rajoy, sull’onda della campagna elettorale ha da poco promesso un taglio delle tasse, dovrà eventualmente rimandare. Secondo i dati diffusi ieri dal Banco di Spagna il debito pubblico del Paese supera a marzo il 100% del Pil, salendo di 14 miliardi e raggiungendo un valore assoluto di 1.095 miliardi di euro: non accadeva dal 1909. Prima della crisi, nel 2007, il debito spagnolo si attestava al 35% del Pil, nel 2011 al 70,5%, pari a 743 miliardi di euro, salendo poi a causa della crisi di anno in anno.

Diversa la situazione del Portogallo, guidato dal socialista Antonio Costa, che sta lentamente emergendo dalla profonda crisi. Nel 2011 l’allora premier Josè Socrates aveva accettato il salvataggio da 78 miliardi, dopo tre anni di Troika il Paese è uscito dal programma di aiuti nel 2014. Secondo le stime della commissione potrebbe riuscire a contenere il deficit sotto il 3% già quest’anno.