Tante novità ma altrettante partite ancora aperte, a cominciare dall’allungamento al 2021 dell’ecobonus per ristrutturazioni e auto.
Il decreto Ristori – in cui sono stati assorbiti anche il bis, il ter e il quater – ha ottenuto il primo via libera nelle commissioni Bilancio del Senato e lunedì approderà in aula per il voto di fiducia. Il clima di collaborazione fra maggioranza e opposizione che c’è stato ma stenta a decollare in commissione Bilancio alla Camera, dove è iniziato l’esame della Manovra. Alcune misure dividono non solo giallorossi e centrodestra, ma anche gli stessi giallorossi. Prima fra tutte, la proroga dei superbonus al 110% oltre il 2021. Per arrivare almeno a fine 2023 ci sono emendamenti sia di maggioranza sia di opposizione, ma i costi sono alti e nel governo si valuta la possibilità di rinviare la questione a quando ci saranno i fondi del Recovery. Il capogruppo del Movimento 5 Stelle alla Camera Davide Crippa, ha messo le mani avanti: no «a soluzioni al ribasso», chiedendo che il termine sia almeno dicembre 2023. La questione «è così dirimente – è stato poi fatto trapelare dal Movimento – da mettere seriamente a rischio il voto dei 5 Stelle sul Recovery plan».
Al Senato invece sul dl Ristori si è deciso per lo stop al pagamento delle rate dei mutui sulla prima casa fino alla fine del 2021, un rimborso del 50% per i proprietari che applicano uno sconto sull’affitto, la possibilità di pagare l’acconto delle imposte sui redditi e dell’Irap anche in quattro rate a partire da aprile e la sospensione delle tasse sul suolo pubblico per bar e ristoranti. Sono queste alcune delle novità principali. Circa una settantina le modifiche apportate da Palazzo Madama dal quale il testo uscirà blindato per essere trasmesso alla Camera che dovrebbe approvarlo definitivamente entro natale, tra il 23 e 24 mattina, (sempre che le date non slittino a causa delle eventuali modifiche al calendario legate alla manovra. Il primo decreto Ristori scade infatti il 26 dicembre. I tempi stretti per l’esame parlamentare hanno spinto il governo al compromesso con le opposizioni, che hanno ottenuto circa 380 milioni dei 600 a disposizione, per alcune modifiche condivise.
Grosso favore alle imprese: sgravio contributivo del 100% per tre anni per i datori di lavoro, che occupano fino a nove dipendenti, che assumeranno giovani con contratti di apprendistato nel 2021.