Il presidente della Repubblica promulga la legge di conversione del decreto Milleproroghe, ma accompagna la firma con una lunga lettera in cui fa un elenco dettagliato dei difetti di metodo e di merito che ha trovato nel provvedimento. Ci sarebbero le condizioni per rinviarlo in parlamento, scrive. Se lo firma, spiega, è solo per non far decadere alcune disposizioni importanti che contiene, visto che – altro problema – gli è stato consegnato solo a pochi giorni dalla scadenza. Inoltre vuole dare credito all’impegno della presidente del Consiglio «a ricondurre la decretazione di urgenza entro limiti costituzionali». In futuro. Intanto in...