Il premier Paolo Gentiloni ieri ha provato a cancellare l’ennesimo incidente del governo: lavorare insieme al decreto vaccini per portarlo in consiglio dei ministri la prossima settimana è l’ordine impartito ai ministri nel corso del Cdm. La titolare del dicastero della Salute, Beatrice Lorenzin, giovedì aveva annunciato il decreto legge in materia, una fuga in avanti non concordata che aveva provocato la smentita di Palazzo Chigi, l’irritazione della collega all’Istruzione, Valeria Fedeli, e assestato un colpo alla prima cabina di regia Pd-governo convocata da Matteo Renzi al Nazareno. Ieri Lorenzin ha fatto sfoggio di efficienza: lo schema del decreto è già all’attenzione dei tecnici e dovrebbe andare in discussione venerdì prossimo in Consiglio dei ministri.

Il dl prevederà un ampliamento della lista di vaccinazioni obbligatorie, stilata dal Ministero della Salute, sentito il parere del Consiglio superiore della sanità e dell’Istituto superiore della sanità. I certificati vaccinali dovranno essere esibiti per l’iscrizione alle «scuole di ogni ordine e grado, pubbliche e private». Finite le polemiche? Non proprio perché Lorenzin non rinuncia a una stoccata a Gentiloni («ne era al corrente da diversi giorni e ha ricevuto i miei atti»). Con la ministra della Salute ieri si è schierato lo stato maggiore di Ap per intestarsi il «grande risultato». Giovedì aveva già incassato il sostegno del Pd, che ricordava, con il capo della comunicazione del segretario Michele Anzaldi, «quanto Renzi sia impegnato su questo tema».

La ministra dem Fedeli non rinuncia a punzecchiare la ministra della Salute: «Con questa storia delle vaccinazioni non vorrei si innescasse un nuovo incidente, non ci serve un altro Fertility Day» aveva dichiarato a Repubblica. Per poi distendere i toni: «Ho molto apprezzato il richiamo alla collegialità con cui Gentiloni ha aperto il consiglio dei ministri. L’obbligo di vaccinazione deve contemperare, oltre al diritto costituzionale alla salute, il diritto costituzionale all’istruzione. Nel governo siamo tutti d’accordo che la strada verso l’obbligatorietà sia quella giusta». Ma su Italia 7 rincara: «Lavoreremo per risolvere, anche se sono stupita del modo con cui ha proceduto il ministro Lorenzin». E in serata, partecipando a un’iniziativa a Bologna insieme a Renzi: «Non si può scaricare sui bambini una responsabilità che compete ai genitori. Non c’è nessuno del Pd o che si dica progressista che non fa distinzione tra il diritto del bambino a entrare a scuola e la responsabilità dei genitori a farlo vaccinare».

Giovedì al Nazareno Renzi si era raccomandato con i suoi in cabina di regia: «Ragazzi, evitiamo casini» proprio mentre esplodeva l’ennesima grana nel governo. Il tema vaccini è molto caro al segretario del Pd, che ne vuole fare un’arma contro i 5S come testimoniano gli attacchi ad Alessandro Di Battista, reo di non sapere che i vaccini sono già gratuiti dalla legge di stabilità 2017: «I parlamentari sono pagati per scrivere le leggi. Se incapaci potrebbero almeno leggerle» commenta Renzi. Di Battista replica: «Sembra che Renzi abbia proprio detto: ’La questione vaccini deve diventare la Banca Etruria del M5S’. Ecco da dove parte l’attacco».